Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Chisciotte

23 febbraio – ore 21 - TEATRO DUSE

Living Theatre – Casa degli Alfieri
CHISCIOTTE
testo di Luciano Nattino
liberamente tratto da Don Chisciotte di Miguel de Cervantes

regia di Judith Malina

con

Giuliano Amatucci, Gary Brackett, Antonio Catalano, Jerry Goralnick, Tom Walker,
Lorenza Zambon, Joanie Fritz Zosike
scene e costumi Maurizio Agostinetto
musiche originali Pietro Pirelli
direzione tecnica Claudio Orazzo

 

Chisciotte nasce dall’incontro artistico fra la Casa degli Alfieri e il Living Theatre, lo storico gruppo che ha attraversato il teatro della seconda metà del secolo imprimendovi segni indelebili, col suo appello per un teatro vivente e il rigore della prospettiva utopica.

Il tema dell’utopia, e della sua eredità per i nostri giorni, si ripropone con Chisciotte. Il riferimento all’opera di Cervantes non contiene intenti parodici né tradimenti. Chisciotte, col suo folle sogno di ridare nobiltà al mondo, raddrizzare i torti e risolvere le ingiustizie, contiene un pensiero che si pone al di fuori delle logiche e dei sensi comuni. Ma la sua "stoltezza", che lo porterà ad essere deriso e sconfitto, è quella di cui sono dotati gli spiriti liberi. Spetterà a Sancio raccogliere l’eredità visionaria del suo padrone. Così come a Chisciotte è toccato fare esperienza della saggezza contadina di Sancio.

La trasmissione dell’esperienza e l’incontro fra culture differenti sono i temi che fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti, ma anche alla storia di questo spettacolo e delle formazioni artistiche coinvolte.

Chisciotte vede in scena attori del Living e attori italiani, in un interessante dialogo fra differenti tecniche ed espressioni artistiche che acquista spessore drammaturgico sulla scena, raccontando l’attualità possibile dell’utopia di Chisciotte e facendo riflettere sui contenuti della trasformazione, fuori e dentro il teatro.

Antonio Catalano è un Chisciotte fragile fisicamente, ma forte nell’idea, nel sogno. Un personaggio che sceglie i tratti di una personale inadeguatezza per rivelare piuttosto quanto inadeguato sia il mondo ad accogliere la prospettiva del cambiamento. Giuliano Amatucci, attore di tradizione napoletana, è Sancio, mentre Lorenza Zambon è la contadina Maritornes/Dulcinea.

Gli attori americani del Living danno vita a tutti gli altri personaggi: il curato, il barbiere, il baccelliere, il Duca, i comici, i cavalieri… Una sorta di coro che si muove attorno a Chisciotte e a Sancio facendosene beffe o compatendoli: una società sguaiata che usa il travestimento e la volgarità per soddisfare i propri bisogni materiali, e nella quale i "folli" e i sognatori non trovano posto.

Judith Malina, curando la regia dello spettacolo, ha lavorato sul conflitto fra "ragione" e "follia", materialità e spiritualità, e sulla capacità del "folle" di mettere tutto in discussione.

Il Living Theatre ha appena compiuto cinquant’anni e ha lanciato lo scorso anno un appello per poter lavorare più stabilmente in Italia. Il Chisciotte è in qualche modo una prima risposta a tale appello. E la formula della collaborazione individuata dalla Casa degli Alfieri apre una strada del tutto in sintonia con la storia del Living, che ha sempre cercato nel teatro un luogo di incontro autentico, nel quale condividere sfide ed avventure creative.


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