Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
Il Cada Die Teatro nasce a Cagliari nel 1982.
La sua ricerca si concentra fin dai primi anni sulle tecniche del teatro di strada, sul lavoro dell'attore, sulla scrittura drammaturgica. I primi spettacoli scelgono temi di impegno civile e politico: la guerra civile spagnola, il carcere, il dramma di una generazione che ha conosciuto il terrorismo e la droga.
Dal 1988 l'attenzione del gruppo si applica principalmente al lavoro sul testo, sia attraverso adattamenti (in particolare da Pinter), sia con la produzione di lavori originali. Nel 1990 nasce Senzaterra, uno spettacolo che denuncia dolorosamente le conseguenze distruttive della speculazione immobiliare in Sardegna.
L'anno seguente il Cada Die intraprende un progetto biennale dedicato a Dostoevskij. La prima tappa, La notte dei ricordi, è uno spettacolo quasi privato, che il gruppo rappresenta nelle case dove viene invitato, davanti a un pubblico-ospite organizzato per l'occasione. Quattro angeli neri bussano alla porta dopo le 22, offrono vodka ai loro ospiti e propongono le loro storie nere.La seconda tappa del progetto è uno spettacolo vero e proprio, L'omicidio Satov, basato sul romanzo I Demoni.(Alla Soffitta nel marzo 1993). I personaggi di Dostoevskij sono còlti nelle caratteristiche estreme ed irriducibili delle loro individualità: uomini che non si adeguano alla dimensione utilitaristica del vivere e rifiutano totalmente la logica del potere. Le loro scelte rispondono a qualcosa di superiore. La vita umana è per loro valore sovrano. E la morte sarà la tragica ricompensa di esistenze eroiche e "maledette".
Nella follia di questi personaggi gli attori del Cada Die affermano di avere ritrovato i propri "Demoni" personali: le visioni capaci di accendere e bruciare esistenze vissute al di fuori di solchi già tracciati. Una scelta di parallelismo che il gruppo rifletterà nei lavori successivi: Il più bello dei mari (1994), spettacolo dedicato al dramma del popolo curdo, racconta la vicenda umana e politica del grande poeta Nazim Hikmet; Diserzione (1995) denuncia la tragedia di un mondo che ha bisogno di eroi da immolare nelle guerre; e infine questa Antigone guerrigliera, che parla di una storia che si ripete pressoché immutabile dai tempi di Sofocle, duemilacinquecento anni fa, fino ai nostri giorni, quando «le ragioni di stato continuano ad essere superiori ad ogni ragione morale, etica, religiosa o sociale dell'individuo», e Antigone può ancora indicare la strada per farsi «antagonisti della barbarie» (Giancarlo Biffi).
(C.V.)