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18 marzo 2009, ore 14.30
Auditorium del Dipartimento di Musica e Spettacolo
Via Azzo Gardino 65a
CONSUMATO
DAL FUOCO: IL CINEMA DI GUY DEBORD
Seminario a cura di Monica Dall’Asta
Partecipano: Enrico Ghezzi, Paolo Spaziani, Michele Canosa, Rinaldo Censi,
Roberto Chiesi, Roberto Cerenza, Giulio Bursi, Marco Grosoli
Partecipano: Enrico Ghezzi, Paolo Spaziani, Michele Canosa, Rinaldo Censi,
Roberto Chiesi, Roberto Cerenza, Giulio Bursi, Marco Grosoli

Per questo Guy Debord, che amava definirsi “uno stratega”, conduce la sua battaglia nel cuore stesso dello Spettacolo: le immagini. È senz’altro il cinema, infatti, il momento culminante di un pensiero in cui lo spessore filosofico e la lucidità politica sono tutt’uno. Prolungamento della sua (inconfondibile) scrittura, i suoi film adottano una forma non meno rivoluzionaria, in cui il monologo/pamphlet in voce over (dello stesso Debord) si accompagna al riutilizzo di materiali e immagini preesistenti. È l’esempio primo di détournement (“distornamento”), ovvero la forma strategica attraverso la quale secondo Debord è possibile rivoltare lo Spettacolo contro se stesso; una forma in atto lungo tutta la sua esigua ma densissima filmografia, dal celebre film omonimo tratto da La società dello spettacolo (1973) agli enigmatici ed adamantini cortometraggi, fino a quella straordinaria formulazione definitiva che è In girum imus nocte et consumimur igni (1978). È proprio dal pensiero per immagini, insomma, che bisogna ripartire, per riscoprire un universo teorico che incrocia tutti gli snodi più significativi della modernità, e costruisce una dimensione potentemente politica, molto al di là delle semplificazioni cui è andato incontro nel corso degli anni.
Approfittando della retrospettiva dei film dell’autore in programma al Cinema Lumière dal 17 al 20 marzo 2009, il seminario ospitato dal Dipartimento di Musica e Spettacolo intende intende dunque riportare l’attenzione sul pensiero di Guy Debord, proprio a partire dalla sua opera cinematografica.
Dopo decenni di dibattiti (non sempre opportuni), per quanto ci riguarda è ora di tornare ai film.
Testo a cura di Marco Grosoli