Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Suoni dal Mondo 1995

SUONI DAL MONDO

Festival di Musica Etnica - VI Edizione

 
BOLOGNA
16 novembre - 5 dicembre 1995

Dal 16 novembre al 5 dicembre si terrà a Bologna la sesta edizione del festival di musica etnica Suoni dal Mondo.
Si tratta di sei appuntamenti che coinvolgono artisti provenienti dall'Africa (Mandé-Folí), dall'Asia orientale (venticinque artisti per lo straordinario spettacolo di Musica e danze alla corte di Giava e l'ensemble di danza Kathak di Sharmila Sharma, dell'India del Nord), dall'Europa (la famiglia flamenca Fernandez di Siviglia e Giora Feidman, astro della musica klezmer noto al grande pubblico attravero la colonna sonora di Schindler's List di Steven Spielberg), e dagli Stati Uniti (Odetta, l'interprete oggi più nota della musica dei neri d'America, per la prima volta a Bologna).
Lo spettacolo di musica e danze alla corte di Giava si alterna per due sere nelle due sedi del Teatro Fossolo e del Teatro Bellinzona, cui Suoni dal Mondo si rivolge quest'anno vista l'inagibilità o l'inadeguatezza delle sue sedi tradizionali.
L'orario d'inizio di tutti gli spettacoli (biglietti in sede dalle ore 20) è fissato per questa edizione alle ore 21.15.

Giovedì 16 novembre ore 21.15 Teatro Bellinzona - via Bellinzona 6
 
MANDÉ-FOLÍ
 
Musica, canto e danza dei popoli Mandingo (Africa Occidentale)
 
 
La popolazione Mandingo, discendente dei fondatori dell'antico impero Mandinké (ca. 1000-1400), ovvero del più fastoso e raffinato dominio nella storia dell'Africa Occidentale, è ancor oggi ampiamente presente nel Mali e nella Guinea. Per oltre sei secoli ha dominato, anche culturalmente, l'Africa Occidentale e ancor oggi non cessa di influenzare le correnti musicali contemporanee in Senegal, Mali, Costa d'Avorio e Guinea.
 
Nello spettacolo di Mandé-Folí, canti femminili e danze sono accompagnati da un'orchestra tradizionale composta da balafon, korà, 'ngoni, vari tipi di tamburi, percussioni e crepitacoli.
Nel loro contesto originale, questi canti e la danza sono parte integrante di eventi cerimoniali e della vita sociale della comunità, come le feste legate al calendario dei lavori nei campi, i riti di iniziazione dei giovani, le nozze e i funerali. Sono testimoniati anche particolari brani musicali che vengono solitamente eseguiti in onore di capi villaggio e notabili.
Com'è comune a tutte le tradizioni africane, non si dà musica senza danza, che è in sé mezzo primario della comunicazione interpersonale.
 
La formazione strumentale dell'ensemble comprende tutti i più importanti strumenti diffusi in Africa Occidentale, affidati ad autentici maestri, alcuni dei quali sono già stati ospiti di Suoni dal Mondo: Aly Wagué ai flauti, Yacouba Cissoco alla Korà (arpa-liuto), Moriba Koita al liuto 'ngoni, Mamadou Kouyaté al balafon e Wade Baba Sissoko al tamburo tama.
 
La sezione vocale del gruppo, interamente femminile, dà anche vita alla danza ed è composta da tre cantanti griot Mandingo, molto note nella loro terra d'origine: Manian Damba, Oumou Kouyaté e Fanta Coumaré. I Griot sono musicisti specializzati, tradizionalmente depositari dei costumi rituali e della vita musicale della comunità in molte regioni dell'Africa Occidentale.
 

Lunedì 20 novembre ore 21.15 Teatro Fossolo - viale Lincoln 3
 
GIORA FEIDMAN GROUP-KLEZMER
Musica del popolo ebraico dell'Est Europa
Giora Feidman, straordinario clarinettista, ha ricevuto una formazione accademica presso il Conservatorio di Buenos Aires, dove è nato. A vent'anni viene chiamato come primo clarinetto alla Israel Philharmonic Orchestra, uno tra i più prestigiosi complessi orchestrali del mondo. Vi rimane per diciotto anni. A Tel Aviv, tra Mozart e Brahms scopre la musica klezmer. Se ne appassiona, ne diviene uno tra i massimi esperti internazionali e, poi, uno tra i suoi interpreti migliori e più rigorosi. Incide molti dischi, collabora con molte diverse formazioni, dà concerti un po' ovunque e finisce per introdurre la "Jewish soul music" nelle sale di tutto il mondo, accompagnata, com'è tradizione klezmer, da chitarra e contrabbasso.
Fin qui, una bella e anzi straordinaria carriera, non c'è che dire. Ma il suono del suo clarinetto diviene finalmente celebre in tutto il mondo attraverso un film altrettanto straordinario, la cui musica ha affascinato tutti: Schindler's List di Steven Spielberg.
La musica klezmer è la musica tradizionale dei popoli ebraici dell'Europa dell'Est, detti ashkenaziti. "Klezmer" deriva dalla composizione di due parole Yiddish che, approssimativamente, significano "corde" e "chiavi": è un riferimento evidente
al clarinetto e al violino (o alla chitarra), gli strumenti base di questa tradizione che frequentemente si allarga anche a comprendere il contrabbasso e le percussioni. Nata all’interno delle comunità ashkenazite, la musica klezmer è l’esito di un mélange di molte culture musicali, tra le quali prevalgono quella ebraica e quella araba, che gli ebrei hanno diffuso in molte aree: negli Stati Uniti è stata riconosciuta per l’importante contributo fornito allo sviluppo del jazz, soprattutto alle sue origini.
Giora Feidman si esibisce a Suoni dal Mondo con Anthony Falanga (contrabbasso) e Joseph Basar (chitarra).

Lunedì 27 novembre ore 21.15 Teatro Fossolo - viale Lincoln 3
 
MUSICA E DANZE DELLA CORTE DI GIAVA
 
Orchestra gamelan dal vivo (Indonesia)
 
Martedì 28 novembre ore 21.15 Teatro Bellinzona - via Bellinzona 6
 
MUSICA E DANZE DELLA CORTE DI GIAVA
 
Orchestra gamelan dal vivo (Indonesia)

 

Il gamelan è da tempo immemorabile il supporto principale della vita musicale delle antiche corti giavanesi, nonostante l’Europa abbia conosciuto il fascino di questi complessi, dominati da metallofoni, solo alla fine del secolo scorso (è noto che Debussy e gli intellettuali francesi ebbero occasione di conoscere il gamelan e di trarne ispirazione e nuovi materiali linguistici durante le Esposizioni Universali parigine).
 
Il gamelan è divenuto un emblema: vi si riconoscono la cultura di Bali e di Giava, la cultura indonesiana in generale. Ed è cultura di incredibile originalità. Gli strumenti dominanti sono metallofoni in bronzo, cui si uniscono i tamburi, gli strumenti a corde o gli aerofoni. La melodia di base consiste in frasi della medesima durata che possono essere ripetute a volontà (di qui l’interesse, più recente, dei minimalisti americani), e viene eseguita da almeno quattro metallofoni di diverse dimensioni (nelle grandi formazioni si possono trovare fino a sedici di questi strumenti).
Questo ‘sfondo’ sonoro è punteggiato dal gruppo dei gong, ordinati secondo una stretta gerarchia. Un’altra serie di strumenti melodici, che offrono ai musicisti maggiore libertà, stempera talora le sonorità metalliche: un flauto di bambù (a volte più d’uno), una cetra e uno xilofono.
Un ruolo altrettanto importante è quello del canto, sempre presente nella musica giavanese con un coro di almeno tre voci maschili all’unisono (possono arrivare fino a quindici), cui si aggiungono due o tre voci femminili soliste che, in genere, manifestano grande virtuosismo nell’esecuzione degli abbellimenti vocali. Tutta l’orchestra è diretta dal suonatore del tamburo cilindrico kendang, che stabilisce i cambiamenti di tempo e i passaggi dall’uno all’altro tema di base.
 
La musica del gamelan non è solamente musica da concerto, ma è indispensabile nell’accompagnamento della danza, del teatro danzato e del teatro delle ombre. Fra le danze accompagnate dal gamelan assumono particolare rilievo le danze Bedhaya, che più di altre hanno conservato il carattere sacro. Si rappresentano solo nelle occasioni prescritte dalla tradizione, secondo il calendario rituale, e sono eseguite da un gruppo di nove o sette giovani donne, vestite di un identico costume.

Venerdì 1 dicembre ore 21.15 Teatro Fossolo - viale Lincoln 3
 
SHARMILA SHARMA
 
Ensemble di danze Kathak (India)
 
 
Le origini della danza Kathak, che insieme con la Manipuri è la danza classica più importante dell’India del Nord, risalgono al secolo XII: vi si narra il sacro amore di Krishna per Radha e per le sue pastorelle.
Le documentazioni più antiche testimoniano come nel periodo del grande rinnovamento del culto di Vishnu l’India del Nord fosse percorsa da cantastorie erranti (Kathakars) che raccontavano e cantavano episodi della vita di Krishna, l’uomo divenuto dio per volere di Vishnu. I cantastorie, che si accompagnavano con piccole campane e tamburi, sono in seguito divenuti anche danzatori, e hanno creato, nel corso dei secoli, uno degli stili di danza più affascinanti dell’India.
Si trattava, inizialmente, di una danza solistica in cui una danzatrice assumeva alternativamente i ruoli di Krishna e di Radha (oggi viene effettuata anche in duo o da complessi più numerosi).
La danza pura e astratta (nritta) e quella mimata ed espressiva (nritya) sono coordinate da un insieme di tecniche coreutiche dirette a trasmettere l’emozione del racconto.
Il danzatore o la danzatrice Kathak deve conoscere bene i fondamenti della musica indiana; deve avere bella voce e saper cantare; deve conoscere alla perfezione la ritmica per potere improvvisare sequenze dialogate con gli strumenti d’accompagnamento e sapersi infine immobilizzare in posizioni che ricordano le miniature dell’epoca.
 
 
 
 
 
 
LA FAMIGLIA FERNANDEZ
 
Musica e danza del Flamenco gitano (Spagna)

 
Provenienti da Siviglia, i musicisti e i danzatori della famiglia Fernandez propongono uno spettacolo che vale come una delle sempre più rare occasioni per assistere a una performance della più pura tradizione andalusa del Flamenco.
La vitalità del popolo gitano andaluso si riversa sulla danza e la musica: di origini ancora controverse, contaminate da elementi europei ed extraeuropei secondo una tesi che trovava tra i maggiori sostenitori Manuel de Falla, che, diversamente da quanti negavano il contributo dei nomadi venuti dall’Oriente, affermava come fosse stata determinante, nello sviluppo dell’arte flamenca, la presenza di elementi musicali portati dagli zingari e soprattutto dalle comunità integrate e semistabili della regione di Granada.
Il Flamenco è stile di fortissima componente collettiva: grande virtuosismo dei solisti ma soprattutto la forza straordinaria della coralità, nel gioco dei rimandi reciproci innescati dall’abilità improvvisativa.

Martedì 5 dicembre ore 21.15 Teatro Bellinzona - via Bellinzona 6
 
ODETTA IN CONCERTO
 
Spirituals, gospel, blues e folk della tradizione afroamericana
 
 
Arte magica quella del blues, difficile da possedere, arte che sfugge ai semplici dettami della tecnica ed entra pienamente nel territorio dell’emozione. Del blues, Odetta possiede la magia. Con la sua voce sa emozionare e stupire come poche altre grandi cantanti del blues hanno saputo fare. Esperienza da ricordare, quella di ascoltarla dal vivo.
 
Nata in Alabama cinquantacinque anni fa e cresciuta a San Francisco, Odetta è, fin dagli anni sessanta, una delle personalità di maggior rilievo della scena musicale americana, una voce che attraverso mezzi e una tecnica incredibili ha saputo coniare una cifra di stile personalissima che muove dal blues rurale attraverso il jazz, la ballata di tradizione orale, il gospel.
 
Odetta propone uno spettacolo che parte dalla storia del blues, dalle radici africane, e giunge infine alla rabbia metropolitana per la difesa dei diritti civili del suo popolo, di cui negli anni è divenuta un simbolo riconosciuto. Odetta ha cantato alla Town Hall, alla Carnegie Hall, ai Festival di Newport, in lunghi tours americani ed europei e in Giappone, Russia e Africa. Ospite di grandi show televisivi, ha avuto un'infinità di riconoscimenti, premi, lauree ad honorem: un monumento vivente della Folk-Blues Music.

Organizzazione
Direttore: Mario Baroni
Direttore artistico: Gilberto Giuntini
Coordinamento e segreteria: Emma Dolza, Chiara Sirk
Ufficio stampa: Roberto Verti, Bruno Casini
Audio/Luci: Fonen Suonoarte - Andrea Tamassia
Organizzazione tecnica: MusicaPer

C.I.M.E.S. Centro Interfacoltà di Musica e Spettacolo (Università degli Studi di Bologna) Via Guerrazzi 20 - 40125 Bologna


Suoni dal Mondo

Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna