Sabato 26 novembre 2005 ore 16.00
si terrà presso i Laboratori DMS...
la presentazione del CD musicale
"E bì e bà - canto e ballo sul tamburo nell'area napoletana", a cura di Mario Orabona,
prodotto dall'etichetta Erosha di Bologna per le Edizioni L'Intrecciata di Napoli.
Gran parte dei materiali sonori contenuti in questo disco sono stati raccolti nel corso di una campagna di ricerca etnografica a carattere interdisciplinare, avviata nel 1996 da Mario Orabona e Gabriele D’Ajello Caracciolo con l’obiettivo di documentare la tradizione coreutica e musicale esistente nell'entroterra meridionale di Napoli.
L'originalità di questo Compact Disc consiste nella scelta di una modalità di rappresentazione sonora che, oltre alle esecuzioni musicali, comprende un montaggio dei racconti e discorsi raccolti nel corso della ricerca, restituendo tracce dei paesaggi sonori attraversati. Il risultato è un racconto fatto di suoni e voci, che si svolge attraverso i pellegrinaggi, la preghiera cantata, le interviste, i momenti di festa nei cortili.
Il disco, prodotto nel 2005 grazie alla collaborazione tra l'etichetta indipendente bolognese Erosha e L'Associazione Culturale L'Intrecciata di Napoli, è presentato a Bologna in anteprima nazionale.
Interverranno alla presentazione alcuni tra i cantori e suonatori protagonisti del disco: Fedele Avino, Giovanni Del Sorbo, Salvatore Donnarumma, Raffaele Inserra.
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PRESENTAZIONE CD e bì e bà
Da tempi remoti, in alcune zone dell’entroterra napoletano, ha luogo una particolare forma di canto che si sviluppa su una tessitura ritmica realizzata da un gruppo di strumenti a percussioni guidato da un tamburo a cornice solista di grandi dimensioni. La funzione di questa pratica musicale è accompagnare il ballo tradizionale. I cantatori sul tamburo utilizzano un vasto repertorio orale di testi in endecasillabi denominati canzoni. Questi componimenti non raccontano una “storia” ma evocano situazioni o esprimono sentimenti che possono essere tanto di natura amorosa, quanto di sdegno, invettiva, scherno, satira ecc. Nel momento in cui è “recitata” al di fuori dell'esecuzione musicale, la canzone si presenta come una strofa unica, formata da un numero definito di versi. Quando invece le canzoni vengono “cantate sul tamburo”, più l’interprete è bravo, più il testo poetico si trasfigura, in virtù di procedimenti retorici (reiterazione ed amplificazione) ed elaborativi (interpolazioni e spezzature) che comportano una sua estemporanea ed irripetibile reinvenzione rispetto alla forma del modello recitato.
Il tamburo (tammurrë) è lo strumento che principalmente sostiene il canto nell’accompagnamento della danza. Suonare un tamburo a cornice è una pratica strumentale caratterizzata da una complessità esecutiva sorprendente. Per l’alto grado di perizia musicale richiesta, questa attività è riservata a pochi suonatori specializzati, costituenti una èlite di virtuosi, esattamente come avviene per ogni strumento musicale complesso.
Cantare e ballare sul tamburo rappresenta ancora oggi, per ciò che rimane della popolazione di estrazione contadina, il momento espressivo culminante della festa religiosa. Ad esserne interessato è soprattutto l'istituto festivo del pellegrinaggio, essenzialmente legato al culto mariano.
In Campania vengono venerate varie immagini mariane, che rimandano alla storia specifica di singoli culti. I santuari mariani sono ancora oggi meta di un articolato itinerario di feste che interessano prevalentemente classi rurali e strati marginali della popolazione urbana e periferica napoletana.
Gran parte dei materiali sonori contenuti in questo disco sono stati raccolti nel corso di una campagna di ricerca etnografica a carattere interdisciplinare, avviata insieme a Gabriele D’Ajello Caracciolo nel 1996, nell’area meridionale della provincia di Napoli, con l’obiettivo di documentare la tradizione coreutica e musicale esistente nel territorio.
Il disco documenta questa esperienza di ricerca attraverso una modalità di rappresentazione sonora che, oltre alle esecuzioni musicali, fotografa sul piano acustico la ricchezza dell’esperienza vissuta attraverso i racconti e i discorsi raccolti, restituendo anche qualche traccia degli scenari attraversati: i luoghi , i contesti, i paesaggi sonori nei quali le storie personali e gli eventi si manifestano, ieri come oggi.
Alla documentazione sonora relativa alla campagna di ricerca, comprendente anche le registrazioni sul campo effettuate autonomamente nei primi anni novanta da Gabriele D’Ajello Caracciolo, si è aggiunto un ulteriore ciclo di registrazioni, tecnicamente più accurate, da cui sono state selezionate quelle esecuzioni che evidenziavano le peculiarità estetiche del genere e le capacità interpretative e comunicative di alcuni fra i virtuosi conosciuti nel corso di questi anni.
Così ha preso forma un disco che si può definire di ricerca, nel senso che i materiali di una ricerca ne sono il contenuto, ma soprattutto perchè, fin dalla concezione, si è osato sperimentare creativamente una modalità originale di racconto e rappresentazione etnografico-musicale.
Questo libretto è un supporto all’ascolto: contiene la trascrizione dei testi con la traduzione in italiano ed alcune note funzionali ad una migliore intelligibilità del racconto sonoro dei protagonisti.
Mario Orabona
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