LA MUSICA DEI ROM
DEL KOSOVO
DEFI E VOCE
ORCHESTRA DI DJAKOVA
I repertori dei cantori e suonatori professionisti di defi (tamburello) rom del Kosovo, finora sconosciuti non soltanto alle sale da concerto e alle etichette discografiche, ma pure agli studi degli specialisti, sono tra i più complessi che esistano, sul piano dell’organizzazione ritmica. La loro esistenza impone addirittura una revisione del concetto di asimmetria o irregolarità ritmica. Afferiscono a quel particolare modo di sentire il ritmo, su un piano più ampio condiviso da tutta la popolazione di quell’area, che ha imposto, all’atto della costituzione di un esercito della Federazione delle Repubbliche Jugoslave, di istituire dei corsi per insegnare ai soldati del Kosovo a marciare a tempo col tamburo: loro si muovevano coerentemente tra loro, ma in maniera diversa dagli altri, giacché l’interpretazione del ritmo, in quella regione, funziona in maniera peculiare. I repertori di defi (tamburello) e voce, tradizionalmente suonati da donne o da musicisti professionisti omosessuali per le feste femminili, appartengono a un sostrato arcaico di musiche rituali, legate forse in origine ai culti dedicati a Cibele.
Le orchestre rom del Kosovo prestano la loro opera per le feste – soprattutto le nozze – anche per le popolazioni non zingare di quell’area. L’esercizio professionale della musica, tra i rom del Kosovo, è appannaggio di pochi virtuosi, celebrati in tutta Europa tra le genti della diaspora kosovara. Gli strumenti sono clarinetto, batteria, sintetizzatori, che hanno sostituito le surle e i daouli, gli oboi e i tamburi bipelli. Questi strumenti consentono una coerente evoluzione dei linguaggi della tradizione: i sintetizzatori consentono di suonare sui modi tradizionali; il glissato che si può ottenere col variatore manuale delle altezze imita quello regolato sulla surla dalle labbra del suonatore, su un’estensione più ampia di quella consentita dal vecchio strumento. La tastiera, le bacchette della batteria, il sistema di chiavi di clarinetto e saxofono, i mixer, gli amplificatori consentono una velocità di fraseggio, un volume e un equilibrio tra le diverse voci prima irraggiungibili. Del linguaggio di tradizione però si mantengono i fondamenti (modi, strutture ritmiche, fraseggio, formularità, materiali melodici, relazione tra strutture fisse e improvvisazione); si mantiene, soprattutto, la disponibilità all’innovazione, all’ibridazione di forme e materiali che è sempre stata caratteristica distintiva dei rom.