Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
L'ARTE DELLA VOCE
Fin dal XVI secolo la popolazione del Caucaso, territorio che si estende dal Mar Nero al Mar Caspio, ha dovuto lottare per difendersi contro i vari tentativi, prima dellimpero russo, poi dellURSS, di conquistare e colonizzare la regione, sottoponendola anche alla deportazione di massa (1944). Per reazione a questo vicende storiche, la popolazione caucasica ha cercato di affermare la propria identità in molti modi, sia attraverso la valorizzazione della cultura tradizionale, a cominciare dalla musica, sia attraverso la scelta di professare lislam, adattato alle ancestrali tradizioni locali e divenuto per gli abitanti di questa regione un importante vettore di identità nazionale, in opposizione alla religione ortodossa imposta dallesterno. Fino al 1944 in tutto il Caucaso la musica era parte integrante della vita quotidiana e i ruoli degli esecutori erano attribuiti e rispettati con precisione. Il canto, generalmente, era appannaggio delle donne, in particolare per quanto riguardava i canti che accompagnavano i lavori svolti in comune. Ancora oggi il loro stile vocale non è cambiato ed è caratterizzato da un particolare tipo di polivocalità su bordone, proprio di questarea, di grande fascino sonoro. In passato laccompagnamento musicale spettava agli uomini, che suonavano vari strumenti tra cui il pondar, un liuto a tre corde, o il suo "cugino", il tchongouri a quattro corde, a volte sostituiti dalla mandolina (una sorta di balalaika) o dal kexal pondar, detto anche "liuto di carta", mentre oggi anche la pratica strumentale trova interpreti femminili. Per accompagnare la danza, la musica caucasica utilizza sia brani strumentali che canti. In passato le danze avevano luogo dopo il lavoro durante le notti di luna piena; ma si danzava anche per i matrimoni, le feste e gli anniversari. Nei rituali religiosi le donne ballavano e cantavano, anche se in queste circostanze, soprattutto al momento della sepoltura erano anche gli uomini a prendere parte al canto, seppure separatamente dalle donne. Esisteva, inoltre, un repertorio puramente strumentale che non accompagna né il ballo né il canto. Molte di queste tradizioni sono ancora vive, anche se la deportazione di massa del 44 e, più in generale, settantanni di regime sovietico hanno contribuito alla scomparsa di molti fenomeni culturali. Il crollo delURSS ha ravvivato la coscienza nazionale nella regione caucasica, le cui pluriennali rivendicazioni sono oggi ampiamente conosciute dal pubblico occidentale. I Kistes, popolazione a cui appartengono le cantanti dellEnsemble Aznach, provengono dalla vallata di Pankissi, nella Georgia orientale, dove sono arrivati allinizio del XIX secolo in seguito allemigrazione dalla vallata dellArgoun, regione vicina ai Khevsours georgiani. LEnsemble Aznach (da aznach, voce) è un gruppo dalla geometria variabile. Riunisce cantanti e danzatrici della vallata di Pankissi ed è stato fondato nel 1995. Ha partecipato in seguito a numerosi festival in Georgia, nel 1996 è stato in tournée in Turchia e nel 2000 in Francia e a Ginevra, in Svizzera, dove ha registrato le musiche per il primo CD per la collezione "Ethnomad" dellAtelier dethnomusicologie, offrendo così un sostanziale apporto alla conoscenza e alla documentazione della musica caucasica. "Voce": se il gruppo ha scelto questo nome è, evidentemente, perché il canto ha un ruolo fondamentale nella loro musica ed è su di esso che si modellano anche gli accompagnamenti strumentali. Attualmente lEnsemble Aznach è diretto da Bela Chavchelikvili, ricercatrice allistituto di linguistica dellAccademia delle scienze della Georgia e figlia del fondatore della scuola di Douissi, il principale villaggio della vallata. Questa scuola, nel corso degli anni è stata un mezzo importantissimo per mantenere viva la tradizione culturale, e musicale in particolare, del Caucaso. Manana Alkhanachvili, Lia Atchichvili, Daredjane Margochvili Moutochvili sono gli attuali membri dellEnsemble e sono tutte madri di famiglia che vivono nella vallata di Pankissi. Oltre a cantare si accompagnano con il garmon (come viene chiamata da queste parti la fisarmonica), la mandalina e vari tipi di percussioni. |
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