Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna CIMES-schede OSPITI
 

Gli ospiti

 

Ernesto Assante (Napoli, 1958). Critico musicale, ha collaborato con L'Espresso, Epoca, Rinascita, Rolling Stone e moltissime altre testate settimanali e mensili, oltre che per la maggior parte delle riviste specializzate musicali italiane. Ha diretto il mensile Cult, ed è stato responsabile dei supplementi settimanali di Repubblica, Musica Rock & Altro, Computer Valley, Computer, Internet & Altro. Ha pubblicato Bob Marley, per la Lato side nel 1981, Reggae per la Savelli nel 1982, Scenari Metropolitani per la Feltrinelli nel 1983, Il Rock e altre Storie per la Arcana nel 1984, Viaggia la musica nera per la Marcos nel 1992 Genesi per la Castelvecchi nel 1997. Ha curato le voci musicali pop, rock e folk della Enciclopedia Italiana. Ha fondato il servizio on line Music Link, agenzia telematica quotidiana di notizie musicali nel 1987 e lo ha diretto fino al 1995. E' stato direttore di McLink, Bbs e Isp, dal 1989 al 1995. E' stato il fondatore, con Vittorio Zambardino, di Repubblica.it nel 1996. Attualmente è Direttore di Kataweb Broadcast.

Giulio Blasi è presidente della Horizons Unlimited (Bologna), societa' che sviluppa contenuti e sistemi per l'editoria multimediale e per Internet. Insegna "Teorie e tecniche dei nuovi media" presso il Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione all'Universita' di Bologna. Ha recentemente pubblicato "Internet. Storia e futuro di un nuovo medium" (Guerini Studio,1999).

Iain Chambers. Ordinario di Storia della cultura inglese presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli. È autore di Ritmi urbani (Genova, Costa & Nolan, 1986), Hendrix, hip-hop e l'interruzione del pensiero (Genova, Costa & Nolan, 1995) e Paesaggi migratori (Genova, Costa & Nolan, 1996).

Valentino Corvino. Diplomato in Violino, Viola e Musica Elettronica, ha tenuto numerosi concerti all’estero (Europa, Stati Uniti, Egitto, Giappone) oltre che per le maggiori istituzioni concertistiche italiane. Specializzatosi nell’ esecuzione di diversi generi contemporanei (musica colta, jazz, etnica, pop), ha collaborato con compositori italiani fra i quali S. Sciarrino, A. Solbiati, A. Guarnieri, realizzando molte prime esecuzioni assolute. Si è esibito da solista con interpreti di spicco del jazz e del pop italiano (L. Dalla, E. Bersani, Patty Pravo, T. De Piscopo) partecipando anche a incisioni discografiche di notevole successo. È membro stabile dell’ Orchestra del Teatro Comunale di Bologna nonché dell’Arkè String Quartet e dell’ensemble MusicAttuale. Compone musica elettronica ed è laureando in DAMS con una tesi sull’attività del gruppo Itinéraire negli anni ‘70.

Hugues Dufourt. Compositore e filosofo, nasce a Lione il 28.09.1943. Frequenta il Conservatorio di Ginevra dove studia pianoforte con Louis Hiltbrand dal 1961 al 1968 e composizione con Jacques Guyonnet dal 1965 al 1970. Con quest’ultimo collabora allo "Studio de Musique contemporaine" di Ginevra. Nel 1967 ottiene l’abilitazione all’insegnamento della filosofia e contemporaneamente partecipa ai concerti del gruppo "Musique du Temps" di Lione. Nel 1968 è nominato responsabile dell'organizzazione dei concerti di musica contemporanea presso il "Théâtre de la Cité" di Villeurbanne. Dal 1968 al 1973 insegna filosofia all’Università "J. Moulin" di Lione e successivamente entra come ricercatore al "Centre National de la Recherche Scientifique" (CNRS) di Parigi. Nel 1982 fonda il "Centre d’Information et de Documentation Recherche Musicale" (CIDRM); nel 1985 l’Ensemble Forum a Lione. Corresponsabile del "Groupe Itinéraire" a partire dal 1975, nel 1977 crea, insieme a Alain Blancquart e Tristan Murail il "Collectif de Recherche Instrumentale e de Synthèse Sonore" (CRISS), che ha contribuito, all’interno dell’Ensemble Itinéraire, allo sviluppo della musica elettronica. Nel 1985 da’ vita al "Séminaire d’histoire sociale de la musique"; nel 1989 alla "Formation Doctorale Musique et Musicologie du XXe siècle", in collaborazione con il CNRS, l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Socialee (EHESS), l’Ecole Normale Superieure e l’IRCAM. I suoi interessi di filosofo e musicologo sono soprattutto incentrati sull’estetica, la storia e la sociologia della musica del Novecento. I suoi scritti più importanti: Musique, Pouvoir, Ecriture (C. Bourgois, Parigi, 1991); Le Déluge: philosophie de la musique moderne (in L’Esprit de la Musique, essais d’esthétique et de philosophie, ed. Klincksiek, Parigi, 1992); Musique et principe de la pensée moderne: des espaces plastique et théorique à l’espace sonore (in Musique: pratiques et timbre, ed. Klincksiek, Parigi, 1993). Ha curato il volume La musique dépuis 1945. Matériau, esthétique et perception (Mardaga, 1996). Dufourt è stato tra i fondatori del gruppo dell’Itinéraire, insieme a Murail, Grisey e Lévinas, che nel 1982 si fecero notare ai Ferienkurse di Darmstadt. Il processo compositivo dei compositori spettrali del gruppo Itinéraire si fonda sull’analisi complesssa del singolo suono e sulla riproduzione ed amplificazione su larga scala, orchestrale ed elettroacustica, delle componenti più piccole che costituiscono il suono. La produzione di Dufourt può essere raggruppata in diverse fasi: dal 1968 al 1971, il compositore basa il processo compositivo su una dialettica tra la scrittura di ascendenza seriale e l’esplorazione dei mezzi e dei materiali elettroacustici: è la fase di definizione di un proprio linguaggio sonoro. Nel periodo che va dal 1972 al 1985, tale linguaggio è messo a punto ed applicato empiricamente per l’esplorazione di elementi nuovi quali ad esempio le percussioni (Erewhon): Dufourt lavora sulla dimensione timbrica e armonica e sulle tensioni e le transizioni. Dal 1986 con La Mort de Procris e Hommage a Charles Nègre, la sua ricerca è chiaramente confermata nel solco della scrittura del timbro complesso e le prospettive offerte dall’informatica musicale vengono trasposte alla scrittura strumentale. Con il ciclo Hivers - Le Philosophe selon Rembrandt, Le Déluge (da Poussin), Les Chasseurs dans la neige (da Breughel) e La Gondole sur la Lagune (da Guardi) – inaugura una fase ancora differente dove la pittura diviene, ancor più incisivamente che in passato, un termine interattivo con il quale il suo linguaggio si confronta ed interagisce. Dufourt si è cimentato anche con il teatro musicale con Dédale (1995), su libretto di Myriam Tanant, per 7 cantanti, coro misto e 16 strumenti, rappresentata all’Opéra di Lione. Opere più importanti: Mura della città di Dite (1969) per 17 strumenti; Erewhon (1972-1976) per 6 percussioni; La tempesta d’après Giorgione (1976-77) per ensemble strumentale; Antiphysis (1978) per flauto e orch. da camera; Saturne (1979) per ensemble di strumenti elettronici, 6 percussioni e ensemble strumentale; Surgir (1980-84) per grande orchestra; Hommage à Charles Nègre (1986) per 6 strumenti; Le Philosophe selon Rembrandt (1991) per 28 strumentisti, ciclo "Hivers II"; Lucifer d’après Pollock, toile de 1947 (1992-93), per orchestra; Dédale (1995); La maison du sourd (1996-97) per flauto e orchestra; Rastlose Liebe (2000) per pianoforte.

Franco Fabbri. Musicista negli Stormy Six dal 1965, è stato tra i fondatori della IASPM, di cui ha ricoperto tra il 1985 e il 1987 la carica di presidente internazionale e per molti anni quella di presidente della sezione italiana. Autore di numerosi libri e saggi sulla popular music e sulla musica contemporanea (il più recente è 'Altre musiche', in Atlante del Novecento, a cura di L. Gallino, M.L. Salvadori, G. Vattimo, Utet, Torino, 2000), conduce spesso programmi musicali a Radio Tre.

Alessandra Faiella. Attrice teatrale e cinematografica, conduttrice radiotelevisiva, si è diplomata alla scuola di mimo e teatro "QuellidiGrock" di Milano. Dopo aver frequentato il corso di teatro comico tenuto da Arturo Corso presso il Derby di Milano, diviene allieva di Philippe Gaulier, frequentando a Parigi il suo laboratorio sulla comicità e la clownerie. Nel corso degli anni dedicati alla formazione, spiccano alcune esperienze con Jerzy Grotowsky e Roberta Carreri. In teatro lavora, tra gli altri, con il Teatro Officina, con QuellidiGrock, con la compagnia di Dario Fo e Franca Rame, con Carlo Quartucci e David Riondino. La sua notorietà è ultimamente legata soprattutto a diverse esperienze televisive, alle quali partecipa come attrice comica, tra queste: "Producer" (1996), condotto da Serena Dandini e Claudio Masenza; "Pippo Chennedy Show" (1997), di Serena Dandini e Corrado Guzzanti; "Comici" (1998), condotto da Serena Dandini e Paolo Hendel; "Zelig, facciamo cabaret" (1998-99). Nel 2000 è attrice e conduttrice con Giorgio Ganzerli e Gianni Fantoni del programma di Radio Rai Due "Carta di Riso", di Valerio Peretti Cucchi e Fabrizia Boiardi.

Simon Frith. È uno dei più autorevoli studiosi e critici di popular music. Ha insegnato sociologia all'Università di Warwick ed è stato per vari anni Direttore del John Logie Baird Centre for Research in Film, Television and Music dell'università di Glasgow e Strathclyde. Attualmente è professore di "Film and Media" e Direttore dell'ESRC Research Programme on Media Economics and Media Culture presso l'Università di Stirling, in Scozia. Ha intrecciato la propria carriera accademica con il giornalismo musicale scrivendo, ad esempio, su "Village Voice", sul "Sunday Times of London" e su "Scotsman". E' stato inoltre presidente di giuria per l'assegnazione del "Mercury Music Prize". Nei suoi studi più recenti, di tipo sociologico ed estetico, al centro dell'interesse si trovano le industrie dei media e i loro rapporti con lo sviluppo tecnologico e le dinamiche della globalizzazione che caratterizzano il mondo contemporaneo. Nell'ambito musicale, Frith è noto soprattutto come "sociologo della popular music", essendo stato uno dei fondatori dello studio di quest'ambito di attività musicali. Le sue prime pubblicazioni su questo tema risalgono alla seconda metà degli anni '70 (il suo famoso studio Sociology of rock, tradotto anche in italiano, risale infatti al 1977) e si sono susseguite costantemente fino ai giorni nostri. Il suo libro più recente, edito dalla Harvard University Press nel 1996, è intolato Performing rites. On the value of popular music.

Stefano Geraci. Insegna Storia del teatro e dello spettacolo al Dams di RomaTre e collabora come drammaturgo con alcuni centri di ricerca e sperimentazione teatrale.
Autore di programmi radiofonici, è stato responsabile dei programmi della fascia serale e notturna di RadioTre. Attualmente è consulente per la RAI per i palinsesti radiofonici, l’editing e i nuovi formati.

Francesco Giomi. Nato a Firenze nel 1963, dal 1999 è coordinatore scientifico-musicale del Centro Tempo Reale; insegna Musica elettronica al Conservatorio di Musica di Cagliari. Conduce attività di ricerca sull'analisi della musica elettroacustica e sulla musicologia computazionale, pubblicando per Mouton de Gruyter, MIT Press, Swets & Zeitlinger, Harwood Academic Publisher, Indiana University Press, Il Mulino, Cambridge University Press, ERI/RAI ed altri; dal 1995 è membro del consiglio direttivo dell'AIMI, l'Associazione di Informatica Musicale Italiana. Sul versante compositivo, la sua ricerca musicale si rivolge prevalentemente al fronte elettroacustico: sue opere sono state eseguite in Italia e all'estero ed hanno ottenuto riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali di musica elettroacustica.

Stefano Malferrari. Ha studiato al Conservatorio "G.B.Martini" di Bologna e si è diplomato con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio "G. Rossini" di Pesaro sotto la guida di Franco Scala. Si è poi perfezionato con Jörg Demus.Ha tenuto concerti in Italia, sia in recital che come solista con orchestra e in formazioni di musica da camera; ha partecipato a diversi festival internazionali tra i quali: "Rossini Opera Festival" di Pesaro, "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, "Maggio Musicale Fiorentino". Ha al suo attivo incisioni su Cd per la NLM, Nuova Era e Nuova Carisch.

Una particolare attenzione è stata rivolta alla musica contemporanea e in molte occasioni ha presentato opere in prima esecuzione assoluta.

Albert Mayr (Bolzano 1943). Compositore e teorico, è stato docente di musica elettronica e sperimentale alla McGill University di Montréal e al Conservatorio di Firenze. Ha collaborato alle ricerche del World Soundscape Project diretto da R. Murray Schafer. Da diversi anni si occupa di un’indagine interdisciplinare sul tempo ambientale e sociale. Ha curato – con A. Colimberti e G. Montagano – il volume L’ascolto del tempo-Musiche inudibili e ambiente ritmico (Firenze, 1995) e la dispensa Il paesaggio sonoro per l’Università di Roma/Tor Vergata (1998) con contributi, tra gli altri, di R. Barbanti, F. Michi e L. Miti. Fa parte del direttivo del Forum für Klanglandschaft (Forum per il paesaggio sonoro).

Monica Melissano (Lecce 1971). Collabora con le seguenti riviste specializzate: Rumore (dal gennaio 1997), Pulp (dal 1998), Jam (dal 1998), Stradanove.net (internet magazine a cura del Comune di Modena, dal 1998). Ha collaborato inoltre con le riviste Auditorium e Uscita di Sicurezza. Ha pubblicato il volume "L'Irlanda del rock" (ottobre 1996) per l'Auditorium Edizioni di Milano; per ottobre 1999 è fissata la pubblicazione, per la Castelvecchi Editrice, del saggio "Brit" (sull'indie pop britannico dall'89 a oggi). L'area di cui si occupa comprende la musica (e la cultura) contemporanea, con particolare enfasi sui paesi di lingua anglosassone e sull'indie/underground.

Franco Minganti. Insegna letteratura americana all'Università di Bologna. Si occupa prevalentemente delle trasformazioni dello storytelling americano alle prese con le triangolazioni dei media dello spettacolo (radio, cinema, tv/video, musica, fumetto, computer fiction). Autore di numerosi saggi di argomento musicale, ha organizzato convegni di studio sulla popular music, la Beat Generation, i rapporti tra jazz e letteratura, curandone i relativi atti (Rock Steady/Rock Study, Beat Generation, The Beat Goes On: 50 anni di controcultura, Jazztoldtales). Fa attualmente parte del direttivo della sezione italiana della IASPM.

Michele Monetta. Regista, attore e insegnante di mimo, ha studiato Mimo Corporeo con Etienne Decroux e si è perfezionato all’Ecole de Mime Corporel Dramatique con i maestri Steven Wasson e Corinne Soum. Dopo avere frequentato l’Ecole National du Cirque "Fratellini", si diploma a Parigi con Monika Pagneux in Pedagogia Teatrale. Dal 1976 ha lavorato come mimo, mimografo e regista per importanti realtà teatrali. Nel 1999 ha fondato l’Associazione Teatrale "I.C.R.A. Project", con la quale svolge attività nel campo della formazione attoriale. Attualmente insegna Maschera, Mimo e Movimento all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico" di Roma.

Giordano Montecchi. Da grande avrebbe voluto fare il pianista jazz. Ma il critico che già covava in lui, a un certo punto gli ha detto: "lascia perdere!". Così oggi fa il musicologo, insegna al Conservatorio di Parma, ha pubblicato numerosi saggi dedicati prevalentemente alla musica del XX secolo (senza guardare troppo per il sottile a che parrocchia essa appartenga), scrive su quotidiani e riviste specializzate. Perennemente a caccia di guai, ha pubblicato di recente il primo volume di Una storia della musica, che ha riscosso un successo editoriale decisamente anomalo e di cui si attende il secondo volume, interamente dedicato al Novecento.

Annamaria Morini. Docente di flauto al Conservatorio di Bologna, si occupa prevalentemente di musica contemporanea di cui è considerata fra gli interpreti più prestigiosi. È ospite di importanti sedi concertistiche e rassegne del settore (Teatro alla Scala, Biennale di Venezia, Festival di Berlino, Avignone, Darmstadt, Israele, ecc.) come solista e in piccole formazioni cameristiche, tra cui spicca il duo costituito nel 1986 con il violinista Enzo Porta. Hanno scritto per lei autori quali A. Clementi, F. Donatoni, G. Manzoni, I. Vandor, A. Guarnieri, G. Cappelli,  nonché i più interessanti compositori delle giovani generazioni, imprimendo al flauto nuovo impulso e ampie prospettive. Rilevante anche la sua attività pubblicistica e didattica, sia nel settore contemporaneo che in quello della tecnica flautistica, intorno a cui ha elaborato una serie di criteri dal taglio innovativo.

Tristan Murail (Le Havre, 1947). Ha seguito contemporaneamente gli studi universitari, ottenendo una licenza in scienze economiche, la Scuola Nazionale di Lingue Orientali, con un diploma di arabo classico e di arabo maghrebino, e il corso di diploma presso l’Istituto di Studi Politici. Dal 1967 al 1971, dopo gli studi universitari, Murail studia al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi, dove studia Onde Martenot con Jeanne Loriod e Composizione con Olivier Messiaen. Nel 1971, ottiene il primo Prix de Composition indetto dallo stesso Conservatorio. Nel 1971 vince la borsa di studio indetta dall’Accademia di Francia a Roma "Villa Medici", un premio che già era stato ricevuto da grandi compositori francesi come Debussy e Ravel. Tra il 1971 ed il 1973, perciò, è a Roma, dove conosce Giacinto Scelsi. La personalità di Scelsi colpisce fortemente il giovane Murail che ne impara subito la capacità di riflessione sulla natura interiore del suono ed i suoi comportamenti. Le sue prime opere sono eseguite nel 1974 e 1975 al Festival de Royan, poi al Festival di Donaueschingen e durante Musica Viva a Monaco di Baviera. Murail condivide queste sue esperienze nell’ambito della musica d’avanguardia con altri giovani compositori francesi e compagni di studio come Gerard Grisey Michaël Levinas e Roger Tessier. Proprio da queste collaborazioni nasce nel 1973 il gruppo " l’Itineraire ", un’ensemble di compositori ed esecutori che, nella ricerca di un tipo di composizione che potesse superare i limiti della musica seriale, danno vita ad una ricerca che si concretizza nella nascita della musica spettrale. "Nei primi anni ’70 pensavamo che tutte le strade fossero chiuse per i giovani compositori. Inizialmente, l’Itineraire era una specie di piattaforma di lancio per noi, con pochi criteri estetici. Quello che avevamo in comune era un grande interesse per il fenomeno del suono, sia di origine strumentale che elettronica. Gli strumentisti prendono parte a questa esplorazione e questa è la grande novità del tempo." L’Ensemble de l’Itineraire, attraverso i suoi concerti, fa da cassa di risonanza per la musica dei giovani compositori francesi ed europei (la musica del nostro Salvatore Sciarrino viene eseguito per la prima volta in Francia proprio grazie all’Itineraire) ed approfondisce il rapporto tra gli strumenti acustici ed i mezzi elettronici. Murail diventa una figura principale della musica spettrale francese, conosciuta per la sua esplorazione dei comportamenti interni agli spettri armonici. La generazione di Murail tende chiaramente verso un ritorno al pensiero sul suono, l’armonia, il colore ed altre qualità intrinseche, materiali o percettive, nel linguaggio della musica. La sua attitudine al suono viene vista come un’esplorazione ed evidenziazione della materia del suono nello stesso modo in cui uno scultore, più che costruire qualcosa pietra su pietra come nell’approccio tradizionale, tira fuori una forma già contenuta nel blocco di pietra. In questo Murail, Grisey e Levinas denotano una grande vicinanza ala musica di Giacinto. Il sound quasi "tibetano" di molti lavori di Murail si possono ricollegare a Scelsi più che a Xenakis. I brani di Murail sono spesso composti con l’ausilio del computer, ma allo stesso tempo partono dalle qualità assolutamente naturali del suono. Murail porta nel lavoro del gruppo, oltre che la sua sensibilità compositiva, la sua conoscenza dell’uso di diversi tipi di tastiere – onde Martenot, organi elettronici, sintetizzatori. Murail diventa il maggior referente dell’Itineraire per il settore elettroacustico ed infatti nel 1977 partecipa alla creazione del Collectif de Recherche Instrumentale et de Synthese Sonore (CRISS), costola informatica sperimentale dell’Itineraire. Autore di articoli sulla musica spettraleLa révolution des sons complexes, Spectres et lutins, Questions de cible -, prosegue le sue ricerche sulla composizione assistita da computer ed viene chiamato ad insegnare l’informatica musicale ed a partecipare a conferenze e seminari internazionali. Nel 1979 tiene conferenze in varie università statunitensi canadesi. A partire dal 1980 insegna più volte agli Internationale Ferienkurse für neue Musik di Darmstadt. Dal 1980 al 1982 collabora ai lavori dell'IRCAM. Dal 1982 al 1985 insegna informatica musicale al Conservatorio nazionale superiore di musica di Parigi. Gli anni ’80 e ’90 consacrano la figura di Murail come uno dei più importanti compositori di questa fine di secolo. Le esecuzioni e le registrazioni dei suoi brani suscitano notevole interesse in tutto il mondo. Tristan Murail è uno dei compositori più originali della sua generazione. Il suo dominio compositivo, fuori dalle convenzioni, si concentra sulle proprietà fondamentali del suono. La sua musica è intrinsecamente legata all’avvento del computer e propone una delle tavolozze sonore più creative della musica moderna. Murail ha fatto per esteso ricerche sul modo complesso in cui percepiamo altezza, timbro e ritmo e ciò ha portato alla consistenza particolare della sua materia compositiva. Forse i suoi maggiori contributi alla musica della nuova generazione sono la sua orchestrazione e il suo modo di vedere l’armonia, le cui corde estremamente ricche non vengono assolutamente limitate dalla scala temperata di dodici suoni. Il risultato è una musica fatta di trasformazioni, dove l’atmosfera ha alcune reminiscenze del rock progressivo degli anni’70. Nel 1991 Murail riceve il Prix de l’Academie Charles Cros. Dal 1995 al 1997 presiede allo Studio Collectif et Compagnie ad Annecy. Nel 1997 inizia a lavorare negli Stati Uniti, dove risiede attualmente.

Pierfranceso Pacoda. Critico musicale saggista, si occupa di 'club culture', ovvero dell'oceano di stili generati dalla pista da ballo. Argomento al quale ha dedicato 'Discotech', (ADN Kronos, 1999) un manuale che racconta le collisioni sonore tra jungle, techno e dub. Ha scritto anche di Hip Hop italiano, 'Potere Alla Parola (Feltrinelli, 1996) e 'la CNN dei Poveri' (Einaudi, 2000), un libro con Cd che ripercorre la storia emozionante del rap in Italia tra i Centri Sociali ed il Muretto.

Gianfranco Salvatore (Caserta, 1957). Docente di Metodologia della Critica Musicale presso l'Accademia della Critica di Roma, nonché di Civiltà Musicale Afroamericana e di Storia delle Musiche Alternative presso la Facoltà di Beni Culturali dell'Università di Lecce. Dirige l'Istituto "Diego Carpitella" per le Tradizioni Popolari di Melpignano, l'Accademia della Critica di Roma, e due collane di libri ("Suonerie" per Castelvecchi, "Jazz People" per Stampa Alternativa). È autore o coautore di una ventina fra libri e Cd-Rom, oltre che di circa un migliaio di articoli, saggi e voci enciclopediche (in particolare "La Piccola Treccani" in diciotto volumi, per la quale ha redatto la maggior parte delle voci di musica extracolta).

Salvatore Sciarrino (Palermo, 1947). Rappresenta una delle figure più significative della musica contemporanea. Di formazione musicale sostanzialmente autodidatta, cioè condotta direttamente sui testi dei compositori sia del passato che del presente e al di fuori del Conservatorio, ha iniziato lo studio della composizione all’età di dodici anni sotto la guida di Antonino Titone prima e di Tuti Belfiore poi, intrattenendo contatti anche con Franco Evangelisti, ed ha raggiunto fin dai primi lavori (la Sonata per due pianoforti, con cui si apre ufficialmente il suo catalogo è del 1966, anche se la sua prima esecuzione pubblica risale al 1962) alcune delle peculiarità che ne caratterizzano il linguaggio, rendendolo di fatto inconfondibile ed unico. Premiato con numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, viene oggi eseguito in tutto il mondo ricevendo commissioni da istituzioni quali ad esempio il Ravenna Festival (Alfabeto oscuro per piccola orchestra e altri lavori, 1993), il Cantiere internazionale d’arte di Montepulciano (Noms des airs. Una discesa nel suono d’Orfeo per live electronics, 1995), il Teatro Carlo Felice di Genova (L’immaginazione a se stessa, 1996), lo Staatstheater di Stoccarda (Perseo e Andromeda, 1990), il Festival di Salisburgo (V Sonata con 5 finali diversi per pianoforte, 1994), il Concertgebouw (I fuochi oltre la ragione, per orchestra 1997), il Festival di Schwetzingen (Luci mie traditrici, 1998), la WDR di Colonia (Soffio e forma per orchestra, 1995; Vagabonde blu per fisarmonica, 1999), la London Symphony Orchestra (Recitativo Oscuro per pianoforte e orchestra, 2000), oltre al Teatro alla Scala, la RAI, il Maggio Musicale Fiorentino, la Biennale di Venezia. E’ stato direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna (1978-1980) ed ha insegnato composizione nei Conservatorii di Milano, Perugia e Firenze fino al ritiro dalle istituzioni ufficiali nel 1996. Impegnato in un’intensa attività divulgativa, nel 1998 ha pubblicato Le figure della musica. Fra le sue più recenti composizioni, si ricordano infine Infinito nero. Estasi in un atto (1997), Due risvegli e il vento per voci e strumenti (1998), Terribile e spaventosa storia del Principe di Venosa e della Bella Maria, L’orologio di Bergson, e Morte Tamburo per flauto (1999). Già nelle opere degli anni giovanili viene a manifestarsi il suo personalissimo mondo sonoro caratterizzato da un’articolazione vibrante, frenetica ma allo stesso tempo ordinatissima e da un rapporto fra suono e silenzio assai sottile, in cui dall’uno si passa all’altro in modo quasi impercettibile, con un’assoluta attenzione all’assetto formale e frequenti riferimenti alla tradizione occidentale, ora sottintesi, ora espliciti (II quartetto, 1967; Berceuse, 1967-1969; Romanza per viola d’amore e orchestra, 1973; Variazioni per violoncello e orchestra, 1974; Trio per pianoforte, violino e violoncello, 1975). Tale esigenza di chiarezza formale, che significa anche intelligibilità, viene ad inquadrarsi nella grande attenzione riservata dal compositore alle dinamiche percettive e alla necessità di ricercare, sulla base di esse, una comunicazione col pubblico, non intesa come adeguamento alle mode e ai gusti comuni, ma come tentativo di ricondurre l’ascoltatore a sé stesso, alle proprie esperienze e alle proprie paure: scaturisce da questo una costruzione che sfrutta le dinamiche di ascolto, con l’inevitabile alternarsi di picchi e cadute di attenzione (Un’immagine di Arpocrate, per pianoforte e orchestra con coro, 1974-1979; fra i lavori recenti, Soffio e forma, 1996), e che si carica di frequenti riferimenti alla fisiologia e all’ambiente circostante (Quintettino n. 2 per fiati, 1977; Introduzione all’oscuro, 1981; Il motivo degli oggetti di vetro, 1986; Omaggio a Burri, 1995; L’immaginazione a se stessa, 1996) in un assottigliamento estremo della scrittura che raggiunge forse il culmine nel 1985 con La perfezione di uno spirito sottile per flauto, voce e percussioni aeree. Di notevole consistenza, nella sua amplissima produzione, il corpus di opere teatrali, fra cui Amore e Psiche (1973), Vanitas (1981), Lohengrin (1982-84), vincitore del premio Italia nel 1984, Perseo e Andromeda (1990) alla cui drammaturgia concorre anche l’uso di mezzi elettroacustici, e Luci mie traditrici (1998), riconosciuto dalla critica tedesca, attraverso la rivista "Opernwelt", come migliore opera dell’anno. Dopo il ritiro dall’insegnamento, ha intensificato l’attività di teorico e divulgatore, ricercando tra i fenomeni -ora intenzionalmente, ora per intuito- i nessi nascosti che ne spiegano l’organicità: nasce da questa tensione Le figure della musica, un testo in cui musica, letteratura e arti visive vengono osservati da una prospettiva sintetica che permette di cogliere il nucleo profondo delle realtà artistiche ed umane, per giungere alle sorgenti del linguaggio musicale, del suo strutturarsi in forme e del suo agire sull’uomo.

Enrico Strobino. Ricercatore nell’ambito dell’animazione e della didattica della musica, insegnante, da molti anni tiene corsi di formazione e aggiornamento per musicisti e per insegnanti della scuola di base su tutto il territorio nazionale. È docente di Musica d’Insieme alla Scuola di Animazione Musicale di Lecco e al Corso Quadriennale di Studi in Musicoterapia di Assisi. Ha collaborato con gli IRRSAE Piemonte, Lombardia, Toscana, Liguria. È condirettore della rivista telematica Musicheria. Bottega dell’educazione musicale, edita dal Centro Studi M. Di Benedetto di Lecco. È autore di canzoni e di musiche per il teatro. Collabora con le più importanti riviste del settore ed è autore di numerose pubblicazioni.

Antonella Talamonti. Ha compiuto studi musicali presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio a Roma approfondendo, con diversi insegnanti, l'uso della voce nel canto di tradizione orale, nel canto classico e in ambito vocal moderno. Ha compiuto studi di didattica della musica (metodo Kodaly, metodo Dalcroze) e didattica dell’improvvisazione e della composizione nonché training individuale ed esperienze su Corpo-Coscienza-Energia. Dal 1983 svolge attività didattica nel campo dell’educazione musicale di base per gli adulti e dell’improvvisazione vocale, con corsi rivolti a principianti e attività di formazione per insegnanti di musica, musicisti, attori, danzatori e operatori sociali. È stata membro del direttivo e della Commissione didattica dell’Associazione Italiana Scuole di Musica. Svolge attività concertistica del 1997 partecipando a gruppi di improvvisazione vocale e strumentale, musica sperimentale per elettronica e voce, musica contemporanea. Ha diretto il gruppo vocale Libera Società di Improvvisazione con il quale ha realizzato diversi spettacoli e inciso il disco Al Malaiko Noskema. Ha cantato in varie opere di Giovanna Marini, ideato e organizzato eventi musicali con la partecipazione di allievi delle scuole di musica, con la sonorizzazione di spazi urbani e ha collaborato alla creazione di musiche di scena per numerosi spettacoli teatrali. Dal 1998 collabora con Adriana Borriello a un progetto di ricerca sull’organicità nel rapporto tra suono e movimento, e nell’elaborazione musicale delle coreografie.

Giuseppe Valenzise. Specializzato all'Università Cattolica di Milano con una tesi sul linguaggio dell'animazione, è fondatore del gruppo "Autori Multimediali", dove svolge il ruolo di progettista e supervisore di opere su CD-Rom e on line. Inoltre, ha realizzato sigle e disegni animati per la rete spagnola Canal Dos e pubblicato saggi e articoli sui cartoons classici.

Vincenzo Vasi. Seguendo una naturale predisposizione per la musica, si avvale di un efficace polistrumentismo che lo porta a suonare con disinvoltura basso, vibrafono e theremin, sviluppando inoltre una tecnica vocale che gli permette una gamma vastissima di espressioni, dal jazz più sofisticato alla sperimentazione estrema. Attivo sin dal 1990 nell'ambito della musica di ricerca con diversi progetti, tra i quali Ella Guru, Musica nel buio, Trio Magneto, N.O.R.M.A., Eva Kant, 66SIX, Specchio Ensemble, Orchestra spaziale, Gastronauti, Vince Vasi Q Y Band. Incrociando il teatro, la rimusicazione di film muti, l'installazione sonora, ha quindi partecipato a numerosi festival nazionali ed internazionali. È membro di Bassesfere, associazione culturale per la divulgazione della musica improvvisata e di ricerca. Affianca inoltre l'attività di musicista a quella di fonico in studio di registrazione, attuando costantemente una ricerca sul suono e sulla sua diffusione. Ha suonato con Chris Cutler, Tony Coe, Butch Morris, Antonello Salis, Tanaka Yumiko, Pierre Favre, Phil Minton, Michael Riessler.

Roberto Verti (1957). È autore di saggi dedicati perlopiù alla storia materiale dell’opera italiana; suoi libri sono stati pubblicati da Electa, Calderini, L’Inchiostroblù, Editrice Compositori, Teatro "Valli" di Reggio Emilia, Fondazione Rossini di Pesaro. Dal 1997 è curatore della collana dei programmi di sala per la Stagione d’opera del Teatro Comunale di Bologna.

Dal 1980 è critico musicale del quotidiano Il Resto del Carlino; collabora con numerosi periodici tra i quali, dalla loro fondazione, Il Giornale della Musica e Amadeus.
È caporedattore di Ottagono, bimestrale di design industriale. Insegna Storia della musica nell’Istituto "Orazio Vecchi" di Modena.
 

Gianni Zanarini insegna Acustica Musicale nella Facolta' di Conservazione dei Beni Culturali dell'Universita' di Bologna. Si occupa delle relazioni tra scienza e musica, e in particolare del modo in cui gli sviluppi scientifici relativi all'acustica e alla percezione hanno influenzato la musica del novecento.


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