Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Il laboratorio di critica musicale nasce dalla collaborazione fra il Cimes e la sezione territoriale di Bologna della SIEM

La collaborazione Cimes - Siem - Iaspm

 

Il laboratorio di critica musicale nasce dalla collaborazione fra il CIMES (allora Centro Interfacoltà di Musica e Spettacolo) e la sezione territoriale di Bologna della SIEM (Società Italiana per l’Educazione Musicale), collaborazione nata nell’anno accademico 1992-‘93. I primi esiti di questa collaborazione sono rappresentati dalla rassegna svoltasi nel maggio ’93 Ascoltare cosa - ascoltare come, un percorso fra generi musicali diversi articolato secondo quattro prospettive: produrre, organizzare, parlare, ascoltare. La rassegna progettata e organizzata da Anna Rita Addessi, Cecilia Luzzi, Johannella Tafuri e condotta da Massimo Privitera, si articola in due cicli di incontri: il primo, dedicato al teatro d'opera, alla musica contemporanea, alla musica da camera e al jazz vede l'esibizione di Enzo Dara, del Brodski Quartet e del duo composto da Furio Di Castri e Paolo Fresu, con interventi di Rossana Dalmonte, Gioacchino Lanza Tomasi, Luca Lombardi, Niva Lorenzini, Guido Salvetti, Edoardo Sanguineti. Nel secondo ciclo i temi affrontati sono la musica antica, la canzone e le contaminazioni fra generi, tra gli ospiti si annoverano Francesco Adinolfi, Franco Dell’Amore, Claudio Lolli, Ignazio Macchiarella, Giovanna Marini, Luigi Pestalozza con esecuzioni dal vivo del duo musicale composto da Candace Smith e Stefano Rocco.

L’anno successivo il rapporto fra la Siem e il Cimes si consolida e vede l’ingresso anche della IASPM (International Association for the Study of Popular Music): frutto di questa triplice intesa è la rassegna La musica che gira intorno dedicata al fenomeno ‘World Music’ e centrata su quattro parole chiave tradizione/contaminazione, commistione- comunicazione. Nei due incontri, ai quali intervengono addetti ai lavori di varia estrazione e musicisti che integrano i temi della discussione con momenti di musica dal vivo, si cerca di affrontare e capire come le musiche "contaminate" si inseriscono nell’inevitabile dialettica fra tradizione e innovazione, ponendo l’accento sui diversi modi in cui la world music si colloca nell’ambito della comunicazione musicale comtemporanea. I musicisti ospiti di questo ciclo, promosso da Anna Rita Addessi, Roberto Agostini, Michele Coco, Silvia Manca Luca Marconi, Johannella Tafuri e realizzato nel maggio ’94, sono Erasmo Treglia, Pivio, Ambrogio Sparagna, Stefano Valla, Ettore Castagna, fra gli osservatori e studiosi sono presenti Gilberto Giuntini, Ignazio Macchiarella, Giordano Montecchi, Vincenzo Perna.

Per favorire lo scambio di esperienze musicali fra studenti universitari, nel dicembre '94 il Cimes e la Siem organizzano una serie di concerti tenuti da studenti musicisti delle università italiane. Le proposte pervenute in seguito alla pubblicazione di un bando, vengono selezionate premiando, in particolare, quelle che promuovono attività di gruppo, programmi fuori dal repertorio consueto, concerti con elementi di spettacolo. L'iniziativa, intitolata Fuori Concerto e curata da Alessandro Benini, si ripete in una seconda edizione nel dicembre '95.

Colonne sonore e musica di frontiera sono gli argomenti su cui si concentra l’attenzione nella versione ‘96 della collaborazione Cimes-Siem-Iaspm rassegna intitolata Tracce sul confine. Negli incontri, coordinati da Roberto Agostini, Michele Coco, Loretta Guerrini, Silvia Manca, Luca Marconi, Clelia Sedda e Daniela Tripputi, vengono affrontati interrogativi riguardanti il rapporto delle colonne sonore con il panorama musicale odierno e con le musiche al confine tra generi diversi. In particolare, ci si concentra sulle musiche composte da Ivano Fossati per il film Il Toro di Carlo Mazzacurati (durante un incontro con lo stesso cantautore) e la produzione di musica per il cinema di Ennio Morricone in un incontro che vede la partecipazione dei compositori Marco Biscarini, Daniele Furlati e Paolo Quilichini, allievi del grande maestro italiano.

L’interesse a esplorare il territorio delle musiche odierne concentrandosi soprattutto sui fenomeni che sfuggono alla classificazione tradizionale dei generi musicali viene conservato anche nell’edizione ’97 cui si dà il titolo Voci nomadi. La rassegna, che si avvale del coordinamento organizzativo di Luca Marconi, si articola secondo tre prospettive: "Alla ricerca delle musiche italiane mediterranee", "Viaggio nel Klezmer" e "Sulle tracce del rap".

La prima prevede una giornata di studio sulle musiche mediterranee (fra i relatori Iain Chambers, Joaquina Labajo Valdés, Tullia Magrini, Paolo Scarnecchia, Nico Staiti) e una tavola rotonda sulle musiche italiane di frontiera (partecipano Gino Castaldo, Franco Fabbri, Marcello Lorrai, Luca Perini, Alessandro Pestalozza, Marco Basso) a cui seguono la proiezione del film Cheb Khaled à Riad El Feth e un incontro con Lucilla Galeazzi e il gruppo Cuore di terra che precede il loro concerto serale.

Un laboratorio dedicato alla storia, teoria e pratica della musica klezmer condotto da Luca Di Volo e un concerto tenuto dal Quartetto Icarus e dal gruppo di musicisti guidato dallo stesso Di Volo costituiscono la seconda parte delle attività. A completamento della rassegna si tiene il laboratorio condotto da Andrea Liberovici "Recitar cantando il rap" e l’incontro con Edoardo Sanguineti (i cui testi poetici vengono utilizzati dai partecipanti al laboratorio per costruire un brano vocale prendendo spunto dal recitativo ritmico del rap) condotto da Niva Lorenzini e Claudio Longhi.

 

Laboratorio di critica musicale: I ciclo

Esaurito il rapido excursus retrospettivo delle iniziative realizzate dal Cimes in collaborazione con la Siem e la Iaspm veniamo ai fatti più recenti: nell'anno accademico 1997-98 per la prima volta viene promosso il laboratorio di critica musicale, progettato da Anna Rita Addessi, Roberto Agostini, Luca Marconi e Daniela Tripputi con l'obiettivo di orientare sui diversi ruoli che l’attività della critica e del critico può assumere nella comunicazione musicale odierna e in rapporto con i diversi generi musicali. Nella conduzione di tale iniziativa si sono alternati Giampiero Cane (titolare della cattedra di Civiltà musicale afroamericana dell’Università di Bologna), Franco Fabbri (presidente della sezione italiana della IASPM - International Association for the Study of Popular Music), Giordano Montecchi (critico musicale de L’Unità), Veniero Rizzardi (docente di Storia della musica riprodotta presso l’Università di Venezia-Ca’ Foscari), Antonio Serravezza (docente di Estetica musicale all’Università di Bologna) e Roberto Verti (critico musicale de Il resto del Carlino).

Nel corso del laboratorio è stato possibile conoscere i molteplici ambiti di interesse della critica musicale "militante" e, a tal scopo, i partecipanti hanno assistito ad alcuni concerti e sono stati invitati a realizzare delle recensioni poi discusse insieme ai relatori. Nei dieci appuntamenti in programma sono stati affrontati diversi argomenti tra i quali: come si diventa critico musicale, gli spazi odierni della critica musicale, i problemi deontologici di tale professione, generi e stili della critica musicale. In particolare, gli incontri si sono concentrati sui seguenti temi e sono stati affidati ai relatori indicati fra parentesi:

-Il critico musicale e i suoi interlocutori (Roberto Verti)

-La critica musicale e la musica colta "ortodossa" (Roberto Verti)

-La musicologia e la critica musicale (Antonio Serravezza)

-L'influenza della cultura musicale afroamericana nella critica musicale (Giampiero Cane)

-La critica senza il testo: oralità e performance (Giordano Montecchi)

-Critica musicale e popular music (Franco Fabbri)

-Critica musicale e musica contemporanea (Veniero Rizzardi)

Al termine del laboratorio, i sei relatori hanno poi confrontato le loro posizioni sui compiti e gli spazi che la critica musicale è oggi chiamata a occupare, durante una giornata di studio intitolata Critica e generi musicali.

Per approfondire i rapporti della critica musicale con la popular music, in seguito al laboratorio si è tenuto un ciclo di tre conferenze "Analizzare la popular music", tenuto da Allan Moore della Thames Valley University e una tavola rotonda "La musica, il popolare, la musicologia" cui sono intervenuti, oltre allo stesso Moore, Mario Baroni, Franco Fabbri, Gianfranco Salvatore, Gino Stefani.

 

Laboratorio di critica musicale: II ciclo

Nell’anno accademico 1998-99, constatato il notevole interesse e le numerose adesioni alle iniziative da parte degli studenti, si è voluto proseguire l’attività del laboratorio di critica musicale concentrando l’attenzione sulle relazioni fra la critica e i diversi mezzi di comunicazione, in particolare radio e carta stampata.

Sono state previste quattro conferenze introduttive relative a problemi più generali affidate a esperti dei vari settori. La prima, tenuta da Mario Baroni ha riguardato il rapporto fra critica musicale e musicologia, l’incontro successivo dedicato al jazz è stato condotto da Stefano Zenni, mentre Daniele Martino ha affrontato il mondo della stampa e a Michele Dall’Ongaro è stato affidato il compito di parlare di critica musicale e radiofonia.

Sono stati organizzati poi due seminari a numero chiuso di quattro incontri ciascuno, uno relativo alla critica musicale su quotidiani e periodici condotto da Roberto Verti e l’altro riguardante la critica e l’informazione musicale radiofonica guidato da Franco Fabbri.

A conclusione del laboratorio è stata prevista una giornata di studio dal titolo Università e critica musicale: formazione e professione, durante la quale i conduttori del laboratorio sono stati invitati a discutere insieme a Lorenzo Bianconi, Angelo Foletto, Antonio Portolano, Gianfranco Salvatore, Johannella Tafuri e Claudio Tubertini sul rapporto tra le diverse attività che il critico musicale esercita e lo sviluppo delle sue competenze, soprattutto in ambito universitario. Quest’ultimo appuntamento anticipa un argomento quello degli sbocchi professionali dei laureati in Dams che si intende approfondire nel 2000.

 

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