lun 10.11.08 h 16 • Laboratori DMS - Auditorium
Incontro con Matéi Visniec
La drammaturgia di Matéi Visniec esercita su attori e registi una fascinazione particolare e di difficile inquadramento. Il suo linguaggio limpido e apparentemente immediato filtra le estetiche e i traumi del moderno senza però sfociare nell’autoreferenzialità del postmoderno. Anzi, svolgendo letterariamente la vocazione del teatro novecentesco a rigenerarsi e a mutare, Visniec è approdato a una scrittura intensamente teatrabile, che rende scenicamente percepibili, dei fatti storici e degli avvenimenti del sociale, l’impronta etica, le rifrazioni antropologiche, gli effetti sulla psiche individuale. Per questo la sua opera cerca – e trova interpreti ricettivi e, a loro volta, in cerca di linguaggi che possano essere tramite di conoscenza per chi li dice come per chi li ascolta. In Italia, Visniec è ancora pochissimo noto, ma basta incominciare a parlarne che si raccolgono impressioni e testimonianze. Per evidenziare questo movimento di interesse, abbiamo integrato l’incontro con Visniec con le rappresentazioni di due spettacoli su suoi testi: Del sesso della donna come campo di battaglia nella guerra in Bosnia della Compagnia del Teatro dell’Argine e Voci nel buio del Teatro Laboratorio Alkestis, che raccoglie insieme quadri drammatici tratti da due opere: Il teatro decomposto o l’uomo pattumiera e Attenzione alle vecchie signore corrose dalla solitudine.
Matéi Visniec (Radauti, 1956) è considerato uno degli autori più significativi della drammaturgia europea contemporanea. Partito a Bucarest per studiare filosofia, divenne molto attivo a capo della «generazione ‘80», che sconvolse il panorama poetico e letterario rumeno dell’epoca. La sua opera – una poesia lucida, caustica, per certi versi «acida» – testimonia da subito una tensione ideale, una resistenza culturale e politica contro la manipolazione ideologica. Dal 1977 comincia a scrivere anche pièces teatrali, che circolano diffusamente nell’ambiente letterario rumeno, sebbene ne venga vietata la messa in scena. Nel 1987 abbandona la Romania per trasferirsi in Francia, dove chiede asilo politico. Da questo momento comincia a scrivere in francese e lavora come giornalista per «Radio France Internationale». Visniec oggi è noto in numerosi Paesi, specialmente in Francia, dove sono stati pubblicati circa una ventina di suoi lavori. In Romania, dopo la caduta del regime comunista, è diventato uno degli autori più celebri.
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