Laura Curino ha realizzato la drammaturgia di alcuni spettacoli cult degli anni Ottanta poi, aprendo una via femminile al “teatro di narrazione”, ha composto e pubblicato i testi di Passione e di Olivetti ai quali sono seguiti, in collaborazione con Michela Marelli, L'età dell'oro e Una stanza tutta per me, tratto da Virginia Woolf. Sulla sua opera teatrale, che intreccia oralità e scrittura alimentando il lessico e l'immaginario dell'attore con le parole e le visione dei grandi letterati (Goethe, Fitzgeral, Woolf...), si è recentemente riacceso l'interesse della storiografia teatrale con studi come Stabat Mater e La bottega dei narratori. Così, Laura Curino si è ritrovata ad essere a sua volta argomento di libri.
Questo incontro affronta, al crocicchio fra scrittura e oralità, storiografia ed esperienza scenica, un problema di centrale importanza come la dimensione creativa dell'attore, che, proprio perché incarna personaggi e plasma parole, può indicare soluzioni e prospettive alla drammaturgia contemporanea. Insieme a Laura Curino interviene Vittorio Franceschi, storico fondatore della Cooperativa Nuova Scena, condirettore della Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” e autore del Sorriso di Daphne (regia di Alessandro D'Alatri, prod. Nuova Scena, 2005), un dramma lieve, ridente e tragico, che lo ha visto in scena anche in veste di attore assieme alla stessa Curino e a Laura Gambarin. Partecipano Gerardo Guccini, storico dello spettacolo e studioso del “teatro di narrazione”, nonché Responsabile Scientifico del Cimes, la drammaturga Michela Marelli e Laura Gambarin, ora al suo debutto come autrice con Un uomo di nome Giobbe. L'incontro, dunque, sarà anche un'occasione per verificare le diverse inclinazioni drammaturgiche di tre attori riuniti nella realizzazione di una stesso spettacolo, Il sorriso di Daphne di Franceschi.
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