Leo de Berardinis è scomparso il 18 settembre 2008 all’età di sessantotto anni, dopo che nel 2001 un tragico errore medico lo aveva ridotto in stato di coma vegetativo, sottraendolo irreversibilmente alla vita attiva, al lavoro, agli affetti.
     Con Leo de Berardinis il teatro italiano perde uno dei maggiori protagonisti della grande stagione del rinnovamento della nostra scena, forse il più importante e significativo accanto al già scomparso Carmelo Bene.      Attore “per eccellenza differente” (Meldolesi), e regista in grado di appropriarsi a modo suo il patrimonio storico della grande regia europea, ben oltre e anche contro gli angusti limiti di quella italiana, lavorando per tanti anni in coppia con la straordinaria Perla Peragallo ha trovato in Shakespeare (non diversamente da Peter Brook, per citare un altro regista capofila del nuovo teatro) la sua stella polare, l’autore-mondo e l’autore-teatro, dentro il quale e attraverso il quale interrogarsi, specchiarsi, ricercare, mettendo alla prova forme, stili, modalità espressive nuove, arrischiate anche, opportunamente contaminate mescolando alto e basso, colto e popolare, il Bardo inglese, appunto, e la sceneggiata partenopea, Schoenberg e le canzonette, Bach e il jazz, Totò e la Duse.
     Trasferitosi a Bologna nel 1983 è subito diventato un punto di riferimento imprescindibile del teatro cittadino, un vero e proprio catalizzatore di energie e passioni artistiche, prima grazie alla collaborazione con Nuova Scena e successivamente da solo, con la propria compagnia, il Teatro di Leo, che dal 1995 al 2001 trovò ospitalità nel Teatro San Leonardo, ribattezzato Spazio della Memoria.
     A Bologna Leo trova le condizioni migliori per poter esplicare pienamente la sua vocazione pedagogica, formando decine di attori, molti dei quali oggi costituiscono esponenti di spicco della nuova scena emiliano-romagnola e non solo. Non trascurabile è stata anche la sua collaborazione con il Dams e, in particolare, con il nostro dipartimento, collaborazione culminata nel doveroso riconoscimento della laurea honoris causa, conferitagli nel maggio 2001, poco prima dell’incidente che ce lo avrebbe sottratto per sempre.
A lui va il rimpianto commosso e il ricordo riconoscente di quanti hanno incontrato e amato il suo lavoro artistico e la sua straordinaria umanità.


Marco De Marinis

 


Dipartimento di Musica e Spettacolo