L’oralità sulla scena Stampa

Adattamenti e transcodificazioni del racconto orale al linguaggio del teatro
GRADUATE CONFERENCE

Sala Conferenze del Rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”

Napoli, Palazzo Du Mesnil, 3-4 Ottobre 2013


Prospettive

A partire dalle prime ricerche degli oralisti degli Anni Venti (Milman Perry, Albert Lord e Marcel Jousse), l’indagine sull’aspetto performativo del racconto orale ha acquisito uno spazio progressivamente maggiore nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali delle società. Questi contributi hanno avuto il merito di porre al centro dell’attenzione la valenza comunicativa dell’espressione orale, intesa nel suo aspetto più materiale e performativo (stile ‘verbomotorio’).

Il potenziale comunicativo di un racconto orale risulta particolarmente incisivo rispetto ad altre forme di trasmissione, complici il ricorso ad espedienti mnemonici (formule fisse, accorgimenti metrici e ritmici, ripetizioni, economia verbale) e gli effetti psicologici e visivi della narrazione, ben descritti da Havelock in relazione alla poesia omerica (Preface to Plato, 1963). Il pubblico è affascinato dalla ritmicità del parlato e dall’abilità eidetica del racconto, predisponendosi all’apprendimento e alla memorizzazione dei contenuti. L’esperienza didattica in una comunicazione orale è, quindi, strettamente legata al piacere dell’uditorio.

Questa ‘psicodinamica dell’oralità’, come l’aveva definita W. Ong (Oralità e scrittura 1986), viene in parte condivisa dal codice narrativo del teatro, che ripropone lo stesso rapporto sincrono tra narratore e suo pubblico, anche se, in linea con la distinzione tra oralità primaria e secondaria proposta dallo studioso, la performance teatrale appartiene alla seconda.  La scrittura compare, quindi, nella fase compositiva, ma la forma di comunicazione primaria rimane quella orale, di cui conserva alcune caratteristiche fondanti:  l’irripetibilità dell’esecuzione, legata al contesto di rappresentazione, e il rapporto empatico con il pubblico, che fruisce di un forte coinvolgimento visivo e sonoro. La dinamica relazionale tra emittente e destinatario si arricchisce di ulteriori elementi, come la prossemica (Hall, The Silent Language 1959) e la cinesica (Wundt, Völkerpsychologie 1901).

Tuttavia la comunicazione orale e quella teatrale non sono accomunate solo dall’elemento mimetico, più o meno accentuato: esse condividono di frequente le trame. Se nelle manifestazioni più antiche di teatro gli oggetti della trasposizione scenica sono i racconti della tradizione orale, che tendono ad assumere un carattere emblematico e paradigmatico, modello archetipico di atteggiamenti individuali e collettivi, in alcune esperienze del teatro contemporaneo  si ricompongono anche eventi storici o  singole sequenze di un passato a noi prossimo. Il materiale rielaborato dai drammaturghi è spesso ripreso da storie orali, acquisite in modo diretto (attraverso interviste, come nel caso di Pecora Nera di Ascanio Celestini, o testimonianze personali, come quella di Marco Baliani che in Corpo di Stato ripercorre sul filo della memoria la cronaca del delitto Moro) o indiretto (grazie a testi di “storia orale” come Radio Clandestina, ancora di Celestini, che in forma drammatizzata narra dell’eccidio delle Fosse Ardeatine partendo dal libro di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito).

Si assiste dunque ad un passaggio di codice: da oralità primaria a secondaria, dalla comunicazione narrata a quella agita in uno spazio e in un tempo, dall’immedesimazione parziale di un uditorio a quella totale di un pubblico.

Ma cosa spinge una società a ri-raccontare le sue storie utilizzando due codici comunicativi affini eppure diversi nel loro specifico statuto? Quanto gli elementi convenzionali del linguaggio teatrale condizionano l’adattamento narrativo di un racconto che per sua natura nasce orale? E in che modo le componenti semiotiche ed espressive del racconto orale mutano nella traduzione sulla scena?

L’oggetto di questo convegno è l’analisi delle dinamiche di adattamento che intervengono nella trasposizione scenica di un racconto orale.

Ci si propone di esaminare le modalità con cui culture diverse, nel tempo e nello spazio, hanno adattato le loro storie alle regole compositive di due generi performativi così simili al fine di approfondire l’intento comunicativo ed educativo del consesso sociale che le produce e i meccanismi della sua realizzazione estetica.



PROGRAMMA

Giovedì 3 ottobre 2013


Sala Conferenze del Rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Palazzo du Mesnil, via Chiatamone, 61 – Napoli.

9.00 – 09.30 Saluto accademico

Mito tra narrazione e rappresentazione scenica

09.30 – 10.00 Keynote lecture: Massimo Fusillo (Università dell’Aquila)

10.00 – 10.10 Introduzione (Chair: R. Palmisciano, Università di Napoli “L’Orientale”)

10.10 – 10.30 Maria Arpaia (Università di Napoli “L’Orientale”), La parola si fa scena. Forme di comunicazione e modalità di rappresentazione fra poesia orale e tragedia nella Grecia antica.

10.30 – 10.50  Maddalena Giovannelli (Università degli Studi di Milano), Il teatro antico tra narrazione e performance: il protagonista comico come demiurgo.

10.50 – 11.00 Pausa caffè

11.00 – 11.20 Anna Livia Frassetto (Università degli Studi di Sassari), Una rilettura giocosa per musica del mito di Lucrezia: Lugrezia romana in Costantinopoli di Carlo Goldoni.

11.20 – 11.40 Dario Migliardi (Università di Napoli “Federico II”), Il mythos dell’Eacide nell’In-vulnerabilità di Achille di Carmelo Bene.

11.40 – 12.00 Anna Vinciguerra (Università di Napoli “L’Orientale”),  Orghast di Peter Brook e Ted Hughes: il mito riscritto

12.00 – 12.20  Franco Cappuccio (Università di Napoli “L’Orientale”), I Motus e il mito greco: il progetto Syrma Antigones

12.20 – 13.00 Discussione

13.00 – 14.00 Pausa pranzo

Messa in scena di racconti e storie popolari di carattere folklorico

14.00 – 14.30 Keynote lecture: Stefano de Matteis (Università degli Studi di Salerno)

14.30 – 14.40 Introduzione (Chair: D. Izzo, Università di Napoli “L’Orientale”)

14.40 – 15.00 Angela Albanese (Università di Modena e Reggio Emilia), Con Basile alle spalle: le Gatte di Roberto De Simone

15.00 – 15.20 Vincenza Di Vita (Università di Messina), Vincenzo Pirrotta tra cunto e sacre-vie nell’apocalisse di un Faro al Buio.

15.20 – 15.40 Chiara Maria Buglioni (Università degli Studi di Milano), «Resta. Ti racconto qualcosa.» Il dramma popolare Das glühend Männla da oralità primaria a tradizione incarnata.

15.40 – 16.00 Gabriella Sgambati (Università di Napoli “L’Orientale”), Till Eulenspiegel di Tawada Yoko: tra magie e straniamenti linguistici.

16.00 – 16. 20 Dora Rusciano (Università di Roma Tre), Racconto, teatro e formazione in Kaspar di Peter Handke

16.20 – 16.30 Pausa caffè

16.30 – 16.50 Antonella Zapparrata (Università di Napoli “L’Orientale”), Il mito de I sette dormienti di Efeso nel teatro del drammaturgo egiziano Tawfiq al-Hakim.

16.50 – 17.10  Enza Dammiano (Università di Napoli “L’Orientale”),  Velimir Chlebnikov: esorcismi in scena tra mito e folclore

17.10 – 17.30 Irene Starace (Università di Granada), La fiaba della moglie gru e la sua trasposizione teatrale in Yuzuru di Kinoshita Junji.

17.30 – 18.00 Discussione

Venerdì 4 ottobre 2013

Sala Conferenze del Rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Palazzo du Mesnil, via Chiatamone, 61 – Napoli.

Costruzione dell’oralità e costruzione della scena

09. 30 – 10.00 Keynote lecture: Gerardo Guccini (Università di Bologna)

10.00 – 10.10 Introduzione (Chair: Lorenzo Mango, Università di Napoli “L’Orientale”)

10.10 – 10.30 Carla Russo (Università di Napoli “L’Orientale”), Costruzione dell’oralità scenica nell’operazione teatrale di Emma Dante.

10.30 – 10.50 Silvia De Min (Università di Venezia “Ca’ Foscari” ), Una voce che contiene tante voci.

10.50 – 11.00 Pausa caffè

11.00 – 11.20 Vera Cantoni (Università di Pavia), Testualmente: l’elaborazione drammaturgica delle fonti nel teatro verbatim.

11.20 – 11.40 Maria Cristina Zerbino (Università di Roma “La Sapienza”), Pulci e pidocchi: il gioco dei pronomi sulla scena plautina, tra oralità e scrittura.

11.40 – 12.00 Luigia Tessitore (Università di Napoli “L’Orientale”), Cantastorie da cabaret: attualizzazione del Bänkelsang nel cabaret tedesco degli anni ’20.

12.00 – 12.20 Fatima Sai (Università di Napoli “L’Orientale”), Il corpo del poeta Mudhaffar an-Nawwab, oralità secondaria nella poesia araba contemporanea.

12.20 – 12.40 Maia Giacobbe Borelli (Università di Roma “La Sapienza”), Non c’è niente di più simile ad un fiume che un racconto: mito e narrazione negli spettacoli del TeatroNatura

12.40 – 13.00 Discussione

13.00 – 14.00 Pausa pranzo

Teatralizzazione di vicende storiche attraverso la loro narrazione orale.

14.00 – 14.30 Keynote lecture: Gabriele Vacis – Drammaturgo e regista

14.30 – 14.40 Introduzione (Chair: Franco Nasi, Università di Modena e Reggio Emilia)

14.40 – 15.00 Davide Aliberti (Università di Napoli “L’Orientale”),  The Ladino Players: dalla narrazione orale alla performance nel teatro sefardita statunitense

15.00 – 15.20 Stefania De Lucia (Università di Napoli “L’Orientale”), La Shoah in scena. Percorsi trasversali nella rappresentazione della violenza

15.20 – 15.30 Pausa caffè

15.30 – 15.50 Donatella Di Leo (Università di Napoli “L’Orientale”), Il Seduttore Kolobaškin, una “commedia fantastica” sovietica sulla scia del Faust.

15.50 – 16.10 Daniela Allocca (Università di Napoli “L’Orientale”), Tra voce e voci. La traduzione dell’invisibile in Schwarze Jungfrauen e Schattenstimmen  di Feridun Zaimoğlu e Günter Senkel.

16.10 – 16.30 Raffaella Di Tizio (Università dell’Aquila), Lavoravo all’OMSA: dalla cronaca al teatro, passando per Brecht.

16.30 – 17.00 Discussione

Info utili

Dove siamo:


Palazzo Du Mesnil, Via Partenope 10/A (ingresso Via Chiatamone, 61). Tel. 081. 6909121  http://www.unior.it/ateneo/255/1/palazzo-du-mesnil.html

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