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LIBA.CONTEV.1 Carlo
D'Ormeville Torino
: Giudici e Strada, stampa 1875 Rappresentato in Roma al Teatro Apollo, nella stagione di Quaresima 1873. - Esemplare con annotazioni manoscritte di messinscena |
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Il Conte Verde, seconda opera di Giuseppe Libani (1845-1880), ebbe un'accoglienza assai favorevole alla sua prima rappresentazione romana (1873, tenore Julián Gayarre) e dopo dieci anni si trovava ancora in cartellone in alcuni teatri della penisola. L'opera inaugurò tra l'altro il teatro Politeama di Adria, nel 1878. Il compositore, oggi praticamente sconosciuto, morì, trentacinquenne, due giorni dopo la prima della sua opera successiva, il Sardanapalo. Carlo D'Ormeville (1840-1924), librettista ed impresario, fu anche direttore di scena alla Scala di Milano. Scrisse una trentina di libretti d'ispirazione storica tra i quali Ruy Blas (Marchetti, 1869), Il Guarany (Gomes, 1870), Lina (Ponchielli, 1877), Elda (Catalani, 1880). Il "Conte Verde" è Amedeo VI di Savoia (1343-1383) la cui figura ispirò nell'Ottocento numerose opere letterarie. La presente pubblicazione appartiene ai libretti cosiddetti "editoriali", cioè pubblicati dall'editore detentore dei diritti dell'opera (cfr. sul verso del frontespizio la nota di proprietà e il riferimento alla legge sul diritto d'autore del 1865) e privi di riferimenti a specifici allestimenti. Per la prima rappresentazione dell'opera fu in effetti stampato un libretto "di sala", dopodiché non si ha notizia che di libretti editoriali, sia per questa che per la successiva, ed ultima, opera di Libani. Ciò conferma il felice esito del Conte Verde, che convinse l'editore torinese Giudici e Strada ad acquisire i diritti dell'opera accogliendo Libani nella propria scuderia. L'esemplare in possesso della Biblioteca del Dipartimento di Musica e Spettacolo venne utilizzato per una messinscena, forse tarda, dell'opera. Il fascicolo è interfogliato con carte bianche su cui il direttore di scena annotò la comparseria, gli attrezzi per la scena e per gli artisti, la pianta delle scene, gli arredi, le posizioni, i movimenti e i tempi degli attori, le indicazioni per il costumista, e alcuni emendamenti al testo poetico. Non ci è stato possibile stabilire a quale allestimento le annotazioni si riferiscano né se Luigi Gandolfo, il cui nome si legge in copertina, corrisponda al direttore di scena in questione. Assieme ad una trentina di esemplari ottocenteschi pervenuti alla Biblioteca per il tramite di quella dell'Istituto di Studi Musicali e Teatrali dell'Università di Bologna (non più esistente), il presente appartenne a alla collezione di Emilio Preti (1845-1910) burattinaio modenese e dei suoi eredi. (cfr. la scheda relativa al libretto Zadig e Astartea (1831) di A. L. Tottola e N. Vaccai in Librit, mostra virtuale dei materiali delle biblioteche, Università di Bologna) Gianmario Merizzi
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