Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2005

LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale


LA SOFFITTA 2005
MUSICA
18 gennaio - 14 maggio

18 gennaio - 21 aprile

CONCERTI


martedì 1° marzo
Aula absidale, ore 21


ingresso gratuito

TRII DELL'ALBA E DEL CREPUSCOLO




TRIO XXI SECOLO

Alessandro Cervo
violino
Giacomo Grandi violoncello
Alessandra Gentile pianoforte




Ludwig van Beethoven (1770-1827)

Trio in Mi bemolle maggiore op. 1 n. 1

Allegro
Adagio cantabile
Scherzo. Allegro assai
Finale. Presto


Claude Debussy (1862-1918)

Trio in Sol maggiore

Andantino con moto allegro
Scherzo. Intermezzo: Moderato con allegro
Andante espressivo
Finale. Appassionato


Franz Schubert (1797-1828)

Trio in Si bemolle maggiore op. 99 D. 898

Allegro moderato
Andante un poco mosso
Scherzo. Allegro
Rondò. Allegro vivace


 


ALESSANDRA GENTILE
Ha conseguito il diploma con lode nella Hochschule für Musik di Monaco di Baviera. Dal 1986 ha iniziato un’attività cameristica che l’ha portata ad esibirsi in vari paesi europei. Come solista si è prodotta con numerose orchestre (Wiener Sinfonietta e Münchner Symphoniker); ha suonato alla Komische Oper di Berlino e all’Auditorium del Foro Italico di Roma. Collabora intensamente con diversi compositori contemporanei. Nel 1996 ha eseguito in prima assoluta a Vienna, con la Wiener Sinfonietta, il Klavierkonzert di Max Doehlemann, a lei dedicato. Ha inciso per RAI, Hessischer e Bayerischer Rundfunk. Insegna di Musica da camera nel Conservatorio “Pergolesi” di Fermo.

ALESSANDRO CERVO
Diplomatosi con il massimo dei voti, ha seguito corsi di perfezionamento a Berlino e a Roma. È stato primo violino di spalla in numerose orchestre. Ha svolto attività orchestrale in diverse nazioni europee ed extraeuropee, e ha collaborato con solisti e direttori di fama internazionale come Uto Ughi. Ha eseguito in prima assoluta brani di vari compositori italiani contemporanei. Ha inciso per Dynamic, Ricordi, Egea e Universal. Attualmente è primo violino di spalla nell’Orchestra Giovanile di Roma e collabora con il Conservatorio “Pergolesi” di Fermo.

GIACOMO GRANDI
Ha studiato nel Conservatorio di Ginevra. A 15 anni è entrato nell’Orchestra Giovanile Italiana. Si è diplomato con il massimo dei voti nel Conservatorio “Morlacchi” di Perugia. Ha partecipato a varie masterclasses di violoncello e di musica da camera e si è perfezionato all’Accademia Musicale Chigiana. Ha vinto vari concorsi fra cui il “Giulio Rospigliosi” e il Concorso internazionale “Astor Piazzolla”. Come solista ha eseguito musiche di Vivaldi, Haydn, Cajkovskij e Hindemith. Dal 2003 è primo violoncello e concertino dell’Orchestra Sinfonica di Roma.

TRIO XXI SECOLO
Il repertorio del Trio XXI secolo, nato nel 2001, spazia dal Classicismo al Novecento. Importanti i progetti futuri anche nel campo della musica contemporanea. Il Trio XXI Secolo si è esibito per varie associazioni concertistiche italiane e ha collaborato con l’Università di Macerata e l’Arts Academy di Roma.

Il trio per pianoforte, violino e violoncello emerge come genere cameristico verso la metà del secolo XVIII. In un primo periodo i trii vengono scritti principalmente per pianisti dilettanti, e quindi assumono spesso l’aspetto di sonate pianistiche con accompagnamento; negli ultimi trii di Mozart tuttavia vi è una maggiore libertà nel condurre le parti affidate agli archi. Una compiuta indipendenza del violoncello si riscontra infine nei trii di Beethoven e, in modo particolare, nel Trio in Si bemolle op. 99 D. 898 di Franz Schubert. Entrambi i musicisti adottano uno schema in quattro movimenti, ed elevano il genere del trio alla dignità del quartetto o addirittura della sinfonia.

I tre Trii op. 1 di Beethoven risalgono ai primi anni viennesi del compositore, trasferitosi nella capitale asburgica nel 1792. Il musicista renano li dedica al principe Karl von Lichnowsky, suo protettore ed amico, il quale ospita nella propria casa la prima esecuzione (1795). Quello stesso anno i Trii vengono pubblicati da Artaria; riscuotono un tale successo che Beethoven ne ricava un introito pari quasi al doppio della paga annuale che riceveva a Bonn in qualità di organista di corte. È probabile che il Trio n. 1 sia stato composto quando Beethoven si trovava ancora in Renania e rivisto poi nel 1793; i numeri 2 e 3 sono scritti e completati a Vienna tra il 1793 e 1794. Sembra che Haydn, nell’udire i Trii dell’op. 1, li abbia lodati, ritenendo però il terzo poco adatto e comprensibile all’orecchio del pubblico.

La musica da camera di Franz Schubert ha poca fortuna a Vienna, città nella quale giganteggia, a partire dagli anni 1810, il mito di Beethoven. Lo stesso Schubert sembra che una volta si sia chiesto: «Chi può fare ancora qualcosa dopo Beethoven?». Si conosce ben poco delle circostanze in cui nacque il Trio in Si bemolle D. 898 op. 99: esso viene probabilmente composto tra il 1827 e il 1828, ma non sappiamo quando e dove sia stato eseguito per la prima volta (forse in una delle tante serate di musica e divertimento che il compositore trascorreva con gli amici, le famose “schubertiadi”). L’unico dato certo è la pubblicazione del Trio realizzata a Vienna da Diabelli nel 1836, cioè otto anni dopo la morte del compositore.

Il Trio in Sol maggiore è il primo e unico scritto da Claude Debussy. Come per l’op. 1 di Beethoven, si tratta di un’opera giovanile. Il pianista francese, appena diciottenne, si trova in vacanza estiva con una piccola compagnia russa, in particolare con Nadežda von Meck, la nobildonna russa corrispondente e protettrice di Cajkovskij (in una lettera al suo idolo musicale ella definisce il ragazzo «un parigino dalla testa ai piedi, un monello pieno di spirito»). Debussy suona spesso con lei il pianoforte, e in trio con il violoncellista Danilcenko e il violinista Pachul’skij: il Trio in Sol maggiore nasce con tutta probabilità in questo contesto di gioioso far musica assieme. Sebbene il compositore sia alle prime armi, il Trio rivela una spiccata capacità nell’amalgamare con equilibrio le diversità timbriche degli strumenti.


Gregorio Bevilacqua

dottorando in Musicologia

coordinamento e redazione di
Saverio Lamacchia

 


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