Il Magnifico Rettore, prof. Pier Ugo Calzolari, ricorda Claudio Meldolesi
Gentile signora Laura, gentili Miriam, Anna e Alessandra, cari colleghi, signore e signori,
oggi
anche l’Alma Mater è in lutto, accanto alla famiglia del Prof.
Meldolesi. A noi è venuto meno un professore illustre, un insigne
storico del teatro, una personalità che fu punto di riferimento
obbligato per il mondo del teatro.
Ci è mancato un ingegno
tenace e generoso, fervido e scrupoloso, pronto a porre in discussioni
le sue tesi nella pratica diretta del teatro e nel confronto autentico
con registi ed attori: un ingegno che si è consolidato nella
consapevolezza della responsabilità etica del sapere e nel conseguente
imperativo di porre continuamente a confronto il sapere con la realtà
fattuale. Da qui la sua fama di intellettuale risoluto, riduttivamente
contratta nella forma dell’“intellettuale militante”.
I colleghi dopo di me diranno, con la competenza che io non possiedo, del suo pensiero e dei suoi meriti scientifici.
Ora
Claudio Meldolesi è entrato nella sua eternità. Nel momento in cui la
sua personalità elegante si allontana, emerge alla nostra memoria, come
se chiedesse di trovarvi un posto perenne, la figura di questo nostro
straordinario collega discreto e silenzioso, lo sguardo pensoso e
dolcemente ironico, l’irruzione improvvisa dell’arguzia salace e del
suo largo sorriso. In lui l’autorità scientifica si alternava ad una
sorta di disincanto, che era forse il segno esteriore della saggezza.
Io
vorrei ricordare che in Lui un’intelligenza penetrante e una
sensibilità acuta, nutrite entrambe dal controllo di una ragione
rigorosa, si posero al servizio di un grande progetto culturale, nel
quale la profondità della scienza ebbe la ventura di incontrarsi con
quella della passione.
Per questo noi lo rimpiangeremo a lungo.
Per questo noi ci siamo riuniti stamane: per raccontarci la gratitudine
che gli dobbiamo, per esprimere la nostra tenerezza di colleghi ed
allievi, per proclamare, malgrado la tristezza di questa ora, la nostra
speranza che ora Egli appartenga alla schiera dei saggi di cui
Shakespeare dice che “seduti sulle nuvole sorridono di noi, ancora
impegnati qui a giocare col tempo”.